Tagliolini: “Tariffe idriche, ridurre i costi”

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PESARO – La provincia di Pesaro e Urbino presenta un’anomalia rispetto alle altre province marchigiane e al contesto nazionale: le elevate tariffe dell’acqua. Ciò è dovuto agli alti costi di gestione, visto che circa l’80% dell’acqua che utilizziamo viene potabilizzata, essendo prelevata dai fiumi, pompata, portata ai depuratori ed immessa nell’acquedotto, mentre nelle altre province della regione l’acqua è prelevata soprattutto da falde sotterranee. Nell’ultima riunione del Comitato ristretto dell’Aato (gruppo di lavoro voluto dal presidente Tagliolini e costituito da sindaci di diverse appartenenze politiche) sono state formulate alcune proposte che verranno sottoposte entro il 30 aprile all’Assemblea Aato, chiamata per legge ad indicare nuove tariffe per i servizi idrici integrati 2016 – 2019 che dovranno essere poi approvate dall’Autorità nazionale per l’energia elettrica, gas e servizi idrici (AEGSI), conformi al nuovo metodo di calcolo tariffario introdotto da quest’ultima.
“Per ridurre i costi dell’acqua – dice il presidente della Provincia Daniele Tagliolini, che è anche presidente Aato – è necessario fare investimenti per prelevare le acque a Sant’Anna del Furlo e a S.Lazzaro, di ottima qualità, che ci consentirebbero di risparmiare i costi legati alla potabilizzazione delle falde superficiali. Basti pensare che per depurare l’acqua del fiume Metauro le tariffe hanno un costo maggiorato del 25-30%. Inoltre, potremmo essere meno vulnerabili ai cambiamenti climatici e alle crisi idriche che si verificano puntualmente in estate per mancanza di piogge. Nei mesi estivi, per far fronte alle emergenze, siamo costretti a ridurre il flusso minimo vitale del fiume Metauro, con notevoli danni per la fauna ittica e per l’ambiente, oltre a prosciugare torrenti e sorgenti come quelle del Giordano per prendere acqua da utilizzare a fini potabili”.
La proposta uscita dal Comitato dei sindaci “è quella – aggiunge Tagliolini – di una riduzione progressiva dei contributi versati a Comuni, Aset e MegasNet, che incidono sull’ammontare della tariffa stessa. La riduzione di un 12,5% annuo per 4 anni dell’introito dei Comuni e delle società patrimoniali (per l’insieme dei Comuni sarebbe poco più di 100mila euro) consentirebbe di avere una risorsa aggiuntiva di circa 281mila euro, capace di attivare nuovi investimenti per diversi milioni di euro per innovare la rete idrica esistente e ridurre anche le perdite che si verificano nelle condotte”.
Per il presidente bisogna lavorare nell’ottica di tutelare l’acqua, “riducendo i consumi in maniera intelligente e mettendo in campo altre azioni, incentivando la realizzazione di casette dell’acqua, fotocellule nei rubinetti, cassette con doppia pulsantiera, piccoli laghetti di raccolta per gli agricoltori, cisterne per le acque piovane ecc”.

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