M5S: “Per una sanità pubblica lontana dagli affaristi e vicina ai cittadini”

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FANO – “Negli ultimi anni, il presidente Ceriscioli ci ha abituati a tutto, comprese le giravolte spericolate per evitare di rispondere a domande scomode e la totale sordità nei confronti delle richieste provenienti dai territori.
Non pensavamo però che potesse abbassarsi a qualcosa del genere: tra i due progetti in lizza per la realizzazione del nuovo ospedale di Muraglia, guarda caso, è stato scelto proprio quello presentato dalla Renco, un’impresa importante del territorio, nota anche per i titoli d’inchiesta dei giornali, che risulta tra i finanziatori della campagna elettorale dello stesso governatore.
Non si ravvisano profili di illiceità al riguardo, ma sicuramente si pongono delicatissime questioni di opportunità politica alle quali un tempo si mostrava assai sensibile persino il vicepresidente del consiglio regionale Minardi, che tre anni fa – in campagna elettorale – ostentava con orgoglio la propria adesione alla Carta di Avviso Pubblico, un codice etico che prevede il divieto di ricevere contributi elettorali da parte di soggetti che hanno rapporti di varia natura con la pubblica amministrazione. Si tratta di una disposizione ispirata da un principio di etica pubblica che non viene rispettato nel caso dei contributi versati da Renco a Ceriscioli. Oggi invece lo stesso Minardi – intervistato da Radio Fano – liquida le stesse questioni affermando che lo “fanno morir dal ridere”. Beato lui!
Mentre la prestigiosa Scuola Superiore Sant’Anna certifica la situazione drammatica dei Pronto Soccorso e in generale della rete dell’emergenza, e i cittadini sperimentano sulla propria pelle le liste d’attesa, ecco che il PD sta imponendo la propria cura alla nostra sanità, fatta di privatizzazioni dei servizi e mirate cementificazioni.
La lista degli interventi comprende la desertificazione dei servizi nell’entroterra, la riduzione del Santa Croce ad ospedaletto di base a perenne rischio chiusura, la sua sostituzione con una clinica privata a Chiaruccia, con buona pace di coloro che vedevano nella frammentazione della rete ospedaliera un male atavico della sanità nella nostra provincia. Il piatto forte è la nuova mega-struttura da 612 posti letto in un sito che l’Azienda Marche Nord descriveva con termini apocalittici (“notevoli problematiche idrogeologiche”, “terreni di scadente qualità”, “aree a rischio esondazione”, “insufficienza dimensionale dell’area”, “elevati costi di costruzione dei fabbricati”), realizzata con la famigerata tecnica del project financing che, per bocca dello stesso Ceriscioli, “in sanità rare volte ha funzionato, molte volte è finito male”.
Il tutto avviene in mancanza di una programmazione sanitaria aggiornata in grado di monitorare le esigenze dell’utenza nei vari territori, visto che il Piano Socio-Sanitario Regionale è scaduto da quattro anni, e soprattutto senza una seria valutazione costi-benefici che dimostri la convenienza dell’opera in termini di incremento della qualità nei servizi erogati e di sostenibilità economica. Ceriscioli ha dichiarato che la Regione è in possesso della documentazione che attesterebbe le magnifiche virtù del nuovo ospedale, ma ai nostri portavoce che in passato l’hanno richiesta con insistenza non è mai stata data la possibilità di visionarla.
Fin d’ora ci facciamo carico di questa ed altre doverose rivendicazioni di trasparenza, come quella di chiarire i dettagli dell’operazione di project financing promossa dalla Renco e dalle altre aziende associate, con la consapevolezza dei rischi concreti che generalmente presentano metodi di finanziamento di questo tipo, per esempio gli indebitamenti occulti a carico delle casse pubbliche per decenni.
Teniamo la barra dritta per restituire ai marchigiani una sanità pubblica e di qualità, lontana dagli affaristi e vicina ai cittadini”.

Sen. Rossella Accoto
On. Maurizio Cattoi
On. Roberto Rossini

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