Gerico Società Cooperativa Sociale chiede la cassa integrazione in deroga

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FANO – “Non ci credo che dopo anni di impegno sociale per la collettività, per la raccolta differenziata già dal 1997, per gli inserimenti lavorativi di ragazzi con disagio psichico, impegnati nella costruzione d reti solidali, impegnati a promuovere il biologico, il commercio equo, la filiera corta con il progetto Emporio ae, intenti a costruire una società nuova, che parta dai bambini e dagli ultimi anche con il progetto “meno scarti + cibo e lavoro” (promosso dalla Caritas Diocesana), attivi nel cercare soluzioni vs. persone da tempo senza lavoro attraverso il bando Over 45 e l’attività agricola,la GERICO SOC. COOP SOCIALE ONLUS chiede la cassa integrazione in deroga.
Colpa della crisi? Assolutamente no! Colpa dell’assenza di una strategia POLITICA verso il Terzo
Settore da parte dell’Amministrazione Comunale negli ultimi 10 anni, che ha messo in crisi più
cooperative sociali del ns. territorio.

“La cooperazione sociale è un bene della collettività, non è solo una possibilità di risparmio per le
casse miopi dell’amministrazione.
Gerico si trova in difficoltà poiché sono terminati alcuni servizi che svolgeva per Aset Spa; Aset ha
effettuato scelte tecniche che in questo periodo, dopo 10 anni di collaborazione, non prevedono
particolari collaborazioni con la ns. cooperativa sociale, per cui abbiamo un esubero di personale
e per questo abbiamo richiesto la Cassa Integrazione in Deroga. Dove è la POLITICA in queste
scelte?
Come può una cooperativa sociale, che pone il lavoro come progetto terapeutico, mettere in cassa
integrazione chi ha fragilità psichica e che viene proprio al lavoro nel tentativo di riabilitarsi? E’
come chiedere ad un bambino di giocare a calcio senza pallone; senza contare la reazione che
suscita questo, ulteriori costi sociali.
Quale visione si ha del futuro… chi sta male si arrangia, chi sta ancora bene arriverà a stare male?
Non ci credo!
In questa situazione balena agli occhi l’apertura del McDonald a Fano e sui media traspare
ottimismo per lo sbandierare di 20 posti di lavoro che saranno sicuramente malpagati, sicuramente
porteranno cibo spazzatura ai ns. figli, sicuramente saremo tutti più americani alla faccia
del rispetto della natura, del biologico, della filiera corta, argomentazioni sulla bocca di tutti
i benpensanti politici che poi non tramutano le belle parole in scelte politiche e quindi atti
amministrativi.
Continuiamo nella nostra progettazione a favore della collettività e voglio credere che nasca un
percorso diverso dal quotidiano ora vissuto, dove i cittadini possano co-progettare insieme
alla politica uno scenario attento ai beni comuni e ad un FUTURO SOSTENIBILE.”

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