Tso a studente, Mancinelli (Anci Marche): «Solidarietà a Seri. Avrei preso la stessa decisione»

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FANO – La vicenda dello studente fanese per il quale, dopo il rifiuto di indossare la mascherina in classe, era stato prescritto un Tso dal medico del pronto soccorso, controfirmato dalla psichiatra e che ha fatto resistenza all’esecuzione del tampone, pone sul tavolo il carico di responsabilità che gravano sul sindaco.

«Ancora una volta un sindaco si trova nella critica posizione di dover affrontare delle conseguenze per aver adempiuto al proprio dovere» – dice Valeria Mancinelli, Presidente di Anci Marche.

«Ritengo che il sindaco Seri, di fronte a due pareri medici concordi e non avendo competenze personali specifiche, non poteva che procedere come ha fatto, quindi applicando la legge, e disponendo il Tso». «Personalmente, con la situazione data, se il fatto fosse avvenuto ad Ancona, città di cui sono Sindaco, e non essendo neanche io un medico, avrei fatto esattamente quello che ha fatto il collega Seri».

Anci Marche ha richiamato più volte l’attenzione sulla necessità che non solo il Sindaco sia chiamato ad assumersi le responsabilità del proprio operato.

«Non siamo eroi e nessuno di noi aspira ad esserlo, siamo soliti metterci la faccia di fronte ai cittadini e all’opinione pubblica» – insiste la Presidente di Anci Marche.

«Il Sindaco Seri ha fatto il suo dovere a fronte di perizie mediche qualificate. Non aveva e non doveva avere le competenze per discutere due pareri medici uniformi perché toccava ai sanitari indicare la soluzione al caso, non certo al Sindaco.

Mi domando cosa sarebbe successo se, in presenza della prescrizione del Tso controfirmata, il Sindaco Seri si fosse rifiutato. Sarebbe stato accusato di abuso di potere?».

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