Trasporti prossimi al collasso: bus e scuolabus fermi fino a settembre, taxi e ncc senza clienti

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PESARO – Sono state le prime a fermarsi, saranno le ultime a ripartire. Le imprese di trasporto persone che si occupano di gite turistiche, scuolabus e gite scolastiche sono ai box da oltre un mese e mezzo. I viaggi di istruzione sicuramente non ripartiranno nemmeno con l’inizio, a settembre, de nuovo anno scolastico.

“Il settore – sostiene in un documento la presidenza Cna Fita – ha bisogno di misure urgenti ma anche di prospettiva, pena fallimenti, licenziamenti, dispersione di un capitale umano e sociale e del servizio alla clientela. Devono essere messi in campo strumenti appropriati a fronte della mancanza di fatturato, per la gestione del personale e per affrontare i costi fissi per il parco veicolare.”

A rischiare di non ripartire più sono in provincia di Pesaro 10 imprese di viaggi, 33 taxisti e 17 noleggi con conducente: in totale 420 addetti.

CNA Fita di Pesaro e Urbino afferma il responsabile Riccardo Battisti “chiederà che si ridiscuta il piano regionale per la mobilità con un coinvolgimento strategico e sociale (non quindi soldi per sussidi ma servizi) delle imprese private di trasporto persone da parte dei gestori del Trasporto Pubblico Locale, operativo grazie alle risorse pubbliche. Con le misure di distanziamento sociale tutto cambierà, ci sarà bisogni di più spazi e di più mezzi. Bisognerà aumentare le corse sulle stesse tratte ed è qui che le imprese private possono avere un ruolo di integrazione del trasporto pubblico locale”.

Nella nuova mobilità locale, secondo Cna Fita, dovranno anche rientrare taxi ed Ncc (noleggio con conducente), in ginocchio per il blocco della circolazione delle persone. Un comparto nel comparto che vede 250 imprese presenti in regione con 400 addetti.

Per Simone Magellano, Presidente Ncc e Taxi Cna Marche “occorre agire subito sul fronte della liquidità per le imprese, sicurezza e protezioni ma già nei prossimi giorni dobbiamo gettare le basi per nuove ipotesi di servizio che si intreccino con la gestione pubblica del trasporto locale per i cittadini. Per esempio servizi a chiamata in convenzione possono essere un modo per non distribuire contributi a fondo perduto ma offrire qualità ai cittadini e lavoro ai colleghi Ncc e tassisti”.

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