Sanità, per Fratelli d’Italia Ceriscioli è finito in un pantano

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MARCHE – Il vicepresidente della Commissione Regionale alla Sanità Elena Leonardi, di Fratelli d’Italia, interviene sulla pesante situazione che si è creata con la riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera e la trasformazione delle Case della Salute in “Ospedali di Comunità”. La Commissione , per la Leonardi, è stata esautorata dei suoi compiti, dato che alla vigilia di Natale si è trovata di fronte ad una Determina della Dirigenza Asur che in pratica metteva in atto delle disposizioni previste nella delibera di Giunta 1183 del 22 dicembre 2015. In questi atti si da il via ad una trasformazione delle cosiddette Case della Salute in Ospedali di Comunità con la declassificazione dei posti letto di lungodegenza e, in alucni casi di riabilitazione, in posti letto per cure intermedie. Problematiche derivano anche dalla riorganizzazione dei Punti di Primo Intervento laddove essi, in orari notturni, potrebbero vedere scoperta l’assistenza in caso di contemporanea uscita del Mezzo di Soccorso e del Medico della continuità assistenziale. Questo mette a rischio l’incolumità dei pazienti che in caso di urgenza potrebbero recarsi nei Punti di Primo Intervento non sapendo che in essi potrebbero trovare nessun tipo di assistenza.
In un documento che la Leonardi ha presentato ufficialmente alla Commissione Sanità si evidenziano le storture e le anomalie di questa “riforma”. Innanzitutto con le previsioni della Delibera 1183/2015 vengono ridotti di un numero pari a 790 i posti letto per acuti nella regione e vengono trasformate ben 13 strutture ospedaliere di tutto il territorio regionale in cosiddette “Case della Salute”. La Delibera è stata poi messa in atto senza preventivo parere della Commissione dalla Dirigenza Asur che ha definito gli “Ospedali di comunità” modificando nella sostanza le 13 strutture ospedaliere che la Delibera 735 del 2013 indicava come “Case della Salute”.
Nel documento presentato ufficialmente dal Vicepresidente Leonardi si afferma che il legare tagli e riassetti operativi ad obiettivi di budget aziendale è a dir poco indecoroso nonché rischioso e mette a repentaglio la sicurezza di cittadini marchigiani. Leonardi evidenzia il forte rischio dell’ulteriore spopolamento di aree dove invece è necessario il mantenimento di servizi essenziali sanitari e sociali pena l’aumento del rischio idrogeologico, dell’impoverimento e dell’aumento di carico demografico concentrato in limitate zone della Regione Marche.
Per Leonardi le istanze e le diffide che stanno pervenendo da ogni parte della regione dovrebbero portare ad un ripensamento da parte del Presidente e della Giunta Regionale. Come più volte ribadito dalla stessa sia in Commissione Sanità sia in Aula del Consiglio Regionale occorre un serio confronto approfondito con il reale e diretto coinvolgimento dei rappresentanti dei territori e di tutte le categorie interessate dalla riorganizzazione sanitaria regionale.

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