Coronavirus, ricercatori pensano a un modello per tornare alla vita normale

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E’ già il momento di pensare a come tornare lentamente a una vita normale: manca purtroppo ancora molto, ma è tempo di prepararsi fin da adesso perché, come ha rilevato oggi la rivista Nature, “non c’è ancora una chiara strategia di uscita da questa fase critica”. A questo proposito “c’è una grande riflessione da fare”, ha detto il fisico Giorgio Parisi, dell’Università Sapienza di Roma. “Anche le misure che si adotteranno dopo questa fase iniziale sono “misure concrete, sulle quali non si è ancora riflettuto”. Sarà la ricerca a indicare la strada giusta, ha rilevato Nature. Si tratta di decidere, per esempio, quali attività potranno riprendere per prime e con quali intervalli, chi potrà tornare al lavoro subito e chi dovrà aspettare. Potrebbe essere messa in atto una sorta di staffetta, come quella individuata dal modello allo studio in Israele. Ecco che cosa prevedono le prime simulazioni che gli studi in atto stanno prendendo in considerazione: AZIENDE: le prime a riaprire, probabilmente da metà aprile NEGOZI, BAR, RISTORANTI: in attività nella seconda metà di aprile, con l’obbligo di mantenere la distanza di sicurezza all’interno SCUOLE: riapertura all’inizio di maggio Questi invece gli scaglioni per fasce di età: FINO A 55 ANNI: i primi a tornare al lavoro DA 55 A 65 ANNI: rientro al lavoro a un mese di distanza dalla prima fascia d’età DOPO 65 ANNI: proseguire con misure severe di protezione Riaprire in modo graduale scuole e aziende in aprile, permetterà di rinviare in ottobre l’eventuale secondo picco di contagi, come indica un modello elaborato per la città cinese da cui è partita la pandemia, Wuhan. (ANSA).

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