Carcere, la maglietta di Said in Consiglio comunale

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PESARO – All’indomani degli attentati di Parigi tra i corridoi del carcere di Pesaro si aggira Said, un giovane detenuto di fede islamica. Tra le mani ha una maglietta bianca, simbolo di pace, sulla quale ha scritto una frase in arabo e in italiano: “Siamo tutti contro Daesh (Isis)”. Gira le varie sezioni ripetendo a ognuno la stessa domanda: “Vuoi firmare anche tu?”. Così, poco alla volta, raccoglie l’adesione di quasi trecento detenuti. Tra loro ci sono tanti italiani ma anche decine di egiziani, tunisini, marocchini. Qualcuno scrive altre frasi: “Sono musulmano; Je suis Parìs; Sono arabo; Sono italiano; Sono francese…”.

La storia di Pesaro è un esempio di protesta pacifica, nata in maniera spontanea per esprimere una netta scelta di campo. Una storia che non sarebbe neppure uscita dal “muro” se i redattori di “Penna Libera Tutti”, il periodico del carcere di Pesaro, realizzato insieme al settimanale interdiocesano “Il Nuovo Amico”, non l’avessero presa nella giusta considerazione.

“E’ un manifesto voluto dai musulmani che vivono qui dentro – spiegano redattori e detenuti – e colpisce il fatto che le scritte sono tutte con lo stesso pennarello marrone, segno indelebile di uguaglianza e di vicinanza al dolore per i fatti di Parigi. Dimostra inoltre l’integrazione, il legame e il rispetto che i nostri compagni islamici esprimono con il loro gesto. A noi l’onore di averli conosciuti”.

E ora i detenuti vorrebbero che la maglietta di Said potesse uscire dalla cella per essere vista da tutta la città.

“L’abbiamo esposta ieri, in occasione dell’ultimo Consiglio comunale di fine anno, – racconta Luca Bartolucci, presidente del Consiglio Comunale di Pesaro – e ora insieme al sindaco Matteo Ricci abbiamo pensato di collocarla in Municipio per tutto il periodo delle feste”.

maglia carcere

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