ANCONA – Prosegue spedita l’attività di approfondimento della Commissione di indagine su Banca Marche con le audizioni, tenutesi questa mattina, in due sessioni separate, delle rappresentanze sindacali (FISAC-CGIL, FIRT-CISL, FABI e ULCA-UIL) e delle organizzazioni regionali di tutela dei consumatori (ACU, ADICONSUM, ADOC, CITTADINANZATTIVA, CODACONS, FEDERCONSUMATORI, MOVIMENTO DIFESA DEL CITTADINO). Le parti audite, nel ringraziare dell’opportunità offerta e sottolineando il buon lavoro che sta portando avanti la Commissione d’indagine, hanno, da un lato, cercato di ricostruire le tappe che hanno condotto dapprima al commissariamento e, successivamente, alla liquidazione coatta amministrativa dell’Istituto di credito, dall’altro lato hanno avanzato ai consiglieri commissari possibili proposte per la tutela e la salvaguardia dell’occupazione ed il ristoro dei risparmiatori.
Nel corso dell’incontro con i sindacati è emerso, in particolar modo rispetto a quanto avvenuto tra il 2013 e il 2015, il fatto che Banca Marche “poteva e doveva essere salvata, evitandone il commissariamento, che, al contrario delle aspettative, non ha salvato la banca”. Rispetto al futuro, i sindacati, quasi unanimemente, hanno invitato la politica e le istituzioni a “non perdere una grande occasione”, cioè quella di farsi promotrici della creazione di un tavolo regionale permanente sul credito. Importante, anche ai fini di non commettere gli stessi errori del recente passato, vigilare sull’iter di rafforzamento della “banca ponte” per giungere adeguatamente irrobustita all’appuntamento con la vendita. Sempre le sigle sindacali hanno rigettato ogni possibile riferimento a responsabilità in capo ai dipendenti e funzionari per aver “spinto” oltre misura per l’acquisto di azioni aventi un’elevata percentuale di rischio, nascondendone l’informazione alla clientela. Ugualmente per il futuro, è anche giunta la proposta di garantire i livelli occupazionali, organicamente distribuiti sul territorio, salvaguardando le professionalità acquisite. Per la nuova Banca Marche – è stato detto – la politica deve chiedere l’intervento non di un qualunque gruppo speculativo, ma di un gruppo realmente interessato a diventare punto di riferimento del credito regionale.
Nella seconda tornata di audizioni, quelle con le associazioni dei consumatori, è emersa tutta la gravità di una vicenda che ha visto come sfortunati protagonisti tanti risparmiatori che hanno perso i risparmi di una vita. Le organizzazioni hanno segnalato come, in questa storia, il danno maggiore sia stato l’apertura di un vulnus nuovo che difficilmente potrà essere recuperato in futuro, cioè quello del tradimento della fiducia che il risparmiatore ha sempre riposto nella banca di riferimento e il fatto, culturalmente inaccettabile prima d’ora, della possibilità che “una banca possa fallire”. I danni sono incalcolabili – hanno riferito le associazioni – ma l’unica via possibile “a rischio contenuto” è quella di una transazione da Nuova Banca Marche e risparmiatori. Della Commissione fanno parte: il Presidente Mirco Carloni (Area popolare), il Vicepresidente Gianluca Busilacchi (Pd), i consiglieri Luca Marconi (Udc), Jessica Marcozzi (Forza Italia) e Boris Rapa (Uniti per le Marche).
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