UDC e Progetto Fano: “Discriminati i disabili residenti a Fano”

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FANO – “Movimentato e animato Consiglio Comunale, con le proteste dai famigliari dei ragazzi e ragazze Disabili, sulla discussione della nostra interrogazione che chiedeva conto della Tassa sui Disabili.
Sembra assurdo ma il Comune di Fano che vanta una storia di grandi conquiste nei Servizi Sociali, con servizi unici nella Regione Marche in favore dei Disabili, CSER educativo riabilitativo, TMC terapia mezzo cavallo, Dopo di Noi residenziale, integrazione scuola lavoro, borse lavoro, vita indipendente etc., oggi discrimini i disabili costringendoli a non frequentare più i servizi perché Tassati eccessivamente.

Non possiamo parlare di un semplice aumento della retta, perché portare da 100 euro a 300 euro la retta dei centri educativi riabilitativi significa un aumento di 3 volte tanto, per questo si deve chiamare Tassa, che molte famiglie non si possono permettere.

Il vicino Comune di Pesaro non ha discriminato i propri concittadini disabili, e nonostante le leggi chiedessero un diverso atteggiamento hanno compensato con propri fondi, insomma una scelta politica tassare oppure non tassare i disabili.

Per questo motivo parliamo apertamente di Discrimine nei confronti dei Disabili residenti a Fano, alla faccia della storica e innovativa Legge 104/92 che aveva come scopo il rispetto della dignità umana, i diritti di libertà e autonomia del disabile, la piena integrazione nella società. Nel silenzio assordante della commissione pari opportunità del Comune di Fano che sull’argomento tace.

Come gruppi consiliari Udc e Progetto Fano avevamo presentato n. 21 emendamenti al Consiglio Comunale per variare il bilancio anche in favore delle persone Disabili, tutti bocciati dalla maggioranza.

Nella replica alla giunta abbiamo presentato un documento del Ministero del Lavoro congiuntamente all’INPS di fine aprile che a pagina 47 chiarisce “quale ISEE richiedere per concedere prestazioni agevolate (integrazioni rette) in ordine alla frequenza di un CSE?”
risposta:
“Nella definizione di prestazione agevolate di natura sociosanitaria il DPCM 159/2015 fa rientrare anche il concetto di altri interventi rivolti alle persone con disabilità: in effetti tale definizione è così ampia da ricomprendere sia le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale che quelle sociali a rilevanza sanitaria, (…). In estrema sintesi si afferma che il CSE deve essere ricompreso tra i servizi per cui chiedere l’ISEE sociosanitario purché la persona abbia ottenuto il riconoscimento formale del grado di disabilità non autosufficienza”.

A questo punto visto l’orientamento legislativo chiediamo alla Giunta di tornare indietro sulle scelte fatte in questi mesi e sulla lettera inviata a tutte le famiglie dove si chiedeva l’ISEE del nucleo famigliare, che è il motivo che ha portato all’esagerato aumento della retta e si prenda in considerazione il solo ISEE del soggetto Disabile.

Attendiamo di verificare se verranno inseriti nei capitoli di spesa per i Disabili i fondi tagliati da Giunta e Maggioranza, per ripristinare le pari opportunità per la dignità delle persone con disabilità”.

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