Santuario del Sacro Cuore di Gesù: il desiderio realizzato di Don Elia Bellebono

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URBINO – Era il lontano 3 ottobre 1969 quando in una delle sue apparizioni, Don Elia Bellebono, in un momento di preghiera nella chiesa di San Francesco, ascoltò esattamente queste parole da Gesù: “Sono contento che i tuoi padri spirituali ti abbiano permesso di parlare di me nella città di Urbino. Desidero che tu faccia costruire un santuario dedicato al Mio Cuore Sacratissimo“.
Una richiesta alquanto difficile da realizzare per un uomo semplice come lui, vissuto a Fano dal 1974 in una piccola celletta dell’Eremo camaldolese di Monte Giove.
Dopo tanti sforzi e tanta fatica, esattamente cinquantadue anni dopo da quella richiesta a venticinque dalla sua morte, il desiderio espresso in uno di quegli eventi soprannaturali diventa realtà.
La chiesa a Ca’ Staccolo, nell’urbinate, sarà consacrata venerdì prossimo 3 settembre, alle ore 17.00 a conclusione di un lungo percorso.

In tutti questi anni, quattro vescovi hanno visto il susseguirsi dei lavori. Una grande gioia per Monsignor Giovanni Tani, arcivescovo di Urbino, che ribadisce: “Un evento straordinario, non è un piano pastorale”.

Nato in provincia di Bergamo e divenuto sacerdote in tarda età, a sessantacinque anni, Don Elia ebbe per tutta la vita una grande devozione per il Sacro Cuore di Gesù. In cambio venne ricompensato con diverse apparizioni, la prima avvenuta nel 1941 a Vicenza, diventando uno strumento di divulgazione della Sua parola.
Il sacerdote, come viene spesso ricordato da chi lo conosceva bene, andava a cercare i battezzati non più praticanti, convertiva persone mai conosciute prima, aiutava a risolvere problemi, in tutta Italia.
Don Elia è stato un missionario in terra cristiana.
Non a caso la scelta della costruzione del Santuario nella città ducale. Urbino è territorio frequentato da studenti e come disse Gesù al sacerdote durante una delle sue apparizioni: “Ci sono tanti universitari che ne hanno bisogno e sono come pecore senza pastore”.
Una vita dedicata al bene degli altri insomma, a dispensare consigli e aiuto a chi ne aveva bisogno quella di Don Elia, per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.

Cristiana Guerra

 

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