Lucia Annibali, non ho visto l’intervista “maledetta”

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ROMA – “Sapevo già da settimane dell’esistenza dell’intervista “maledetta”. Ma nemmeno per una frazione di secondo ho preso in considerazione la possibilità di guardarla. Anzi. Ho deciso, seduta stante, che quella sera sarei andata a mangiare una pizza con mia cognata. Ed è quello che ho fatto. Da tempo, ormai, le mie orecchie sono diventate sorde a ogni parola di quell’uomo”. Lo afferma in un intervento sul Corriere della Sera, Lucia Annibali, la donna colpita con acido. “Il giorno in cui l’imputato Varani chiese attenzione per fare le sue dichiarazioni spontanee ai giudici – ricorda – , io sono uscita dall’aula del tribunale. Allo stesso modo stavolta sono uscita di casa mentre parlava in tv. Perché io c’ero mentre vivevo nel terrore, ed ero lì le volte in cui sarei potuta morire. La verità è sempre una sola e non posso accettare che si provi a metterla in discussione. Non ho bisogno che qualcuno mi racconti com’è andata o che mi spieghi che cosa ho provato in quei momenti. Soltanto io sono autorizzata a farlo. Ho sperato fino all’ultimo che anche i miei genitori scegliessero di non ascoltare, che scegliessero di non aggiungere dolore al dolore – prosegue – . Ma loro sono genitori e io, da figlia, ho capito e rispettato la loro decisione di guardare l’intervista”. “Lascio che siano gli altri – sottolinea Annibali – a dare spettacolo di sé e del mio dolore. Io di quello spettacolo non voglio nemmeno una particina da spettatrice. Non mi interessa”.

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