Il Verde, botanica e res rustica in libri e stampe antiche.

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FANO – L’esigenza sempre più viva di promuovere il patrimonio librario storico della città di Fano ha portato la Biblioteca Federiciana a riflettere molto sul suo ruolo nell’ambito della tutela e della valorizzazione come singolo Istituto culturale, ma anche in relazione alla cittadinanza e agli altri Istituti che nel nostro territorio svolgono gli stessi compiti. Così nascono le esposizioni di documenti antichi, già cinque nell’ultimo anno e mezzo, che sono state realizzate in biblioteca Federiciana e il dialogo con la Biblioteca di Urbania che da anni ha riportato la ricerca al centro del suo servizio, ricostruendo con preziose pubblicazioni una grandiosa collezione libraria, quella di Francesco Maria II della Rovere. La mostra di Urbania intitolata “Il Verde”, tutta dedicata alla botanica, ha fornito l’occasione di collaborare inviando, con l’autorizzazione della Soprintendenza, 30 volumi antichi della biblioteca Federiciana a completamento ed integrazione del percorso ideato, di creare anche a Fano una sezione della mostra dal titolo “Dal Giardino dell’Eden agli orti botanici” e di attivare un nuovo dialogo tra i due Istituti che conservano un ricco e prezioso patrimonio e che insieme vogliono farlo conoscerlo e, facendolo conoscere, tutelarlo.
La mostra “Verde, botanica e res rustica in libri e stampe antiche” verrà inaugurata sabato 24 marzo alle ore 10.00 al Palazzo Ducale di Urbania e sarà visitabile fino al 31 ottobre. La sezione “dal Giardino dell’Eden agli orti botanici”, ospitata presso la Biblioteca Federiciana di Fano, invece verrà aperta al pubblico lunedì 26 marzo e avrà tre momenti nell’anno in cui sarà visitabile: dal 26 marzo al 6 aprile, dal 15 giugno al 20 luglio e dal 10 ottobre al 31 ottobre.
L’esposizione di Fano attinge principalmente dal fondo di Domenico Federici, fondatore della biblioteca Federiciana. Espone venti documenti: si apre con una tavola che rappresenta una wunderkammer, una camera delle meraviglie e prosegue nel suo percorso con l’esposizione del Libro d’ore di Pigouchet stampato su pergamena, il bellissimo codice manoscritto realizzato da Cesare Majoli, le incisioni di Annibale Carracci e si conclude col più pregevole testo di botanica prodotto nel Seicento, la prima edizione dell’Hortus (1613) di Basilius Besler.

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