PESARO – Dopo gli ultimi eventi critici nel carcere di Pesaro, la Segreteria Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE ha chiesto l’intervento del Ministro della Giustizia Andrea Orlando e dei vertici dell’Amministrazione Penitenziaria.
“La ciclica riproposizione di eventi critici tra i detenuti del carcere di Pesaro – atti autolesionistici e tentati suicidi – determina pessime condizioni di stress lavorativo per il personale di Polizia Penitenziaria del carcere, che pure assolve al prezioso e delicato incarico istituzionale con grande professionalità, competenza e umanità”, sottolinea il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece. “Il nostro appello ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria e al Ministro Guardasigilli nasce proprio da questo: evidenziare le criticità del carcere di Pesaro. Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per potenziare i livelli di sicurezza delle carceri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che il personale di Polizia Penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico, che vuol dire porre in capo a un solo poliziotto quello che oggi fanno quattro o più agenti, a tutto discapito della sicurezza. Le idee e i progetti dell’Amministrazione Penitenziaria, in questa direzione, si confermano ogni giorno di più fallimentari e sbagliati così come ribadiamo che per il SAPPE è fondamentale espellere i detenuti stranieri facendo scontare loro la pena in carceri dei Paesi di origine”.
Il leader del SAPPE ricorda che a fine dicembre “il carcere di Pesaro è stato al centro delle cronache per episodi concreti di criticità detentiva, come diversi episodi di autolesionismo e di tentati suicidi sventati in tempo dalla Polizia Penitenziaria”. E conclude sostenendo che “la Polizia Penitenziaria continua a ‘tenere botta’, nonostante le quotidiane aggressioni. Ma è sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria nelle carceri italiane, per adulti e minori. Come dimostra quel che è accaduto a fine dicembre a Pesaro”.