Cresce l’attesa per l’arrivo del nuovo vescovo di Senigallia. Diretta su Fano TV

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FANO – Domenica 10 Gennaio dalle 16 alle 18, trasmetteremo su Fano TV canale 17, la cerimonia di ingresso in diocesi del nuovo vescovo di Senigallia, Franco Manenti.

Benvenuto tra noi

Arriva il nuovo vescovo. E’ contenta la chiesa di Senigallia, ma in giro c’è aria di attesa un po’ ovunque, perché il vescovo è un punto di riferimento per tutti, credenti o meno, pastoralmente attivi o impegnati in altro. L’autorità religiosa è anzitutto e principalmente servizio e se un vescovo è un buon vescovo, tutta la comunità ne beneficia. I vescovi possono lasciare il segno ed entrano nel cuore delle persone che hanno l’onestà di riconoscere il bene che hanno detto e fatto. Senigallia ricorda con grande stima il vescovo Umberto Ravetta, la sola autorità, durante la Seconda guerra mondiale, rimasta in città a condividere paure e speranze di una popolazione stremata dal conflitto. Odo Fusi – Pecci, compagno di strada per tanti, praticamente tutti, nella sua immancabile voglia di prendere parte alla vita del territorio in cui ha vissuto il suo episcopato. Il vescovo Giuseppe, sollecito nel consigliare e instancabile nell’accompagnare: basta pensare all’impegno per le famiglie colpite dalla recente alluvione. Poche righe, lo so, non sufficienti a riassumere il tanto che c’è stato. Solo esempi che però ci fanno pensare al vescovo come ad un punto di riferimento che c’è e cammina con noi, che dice parole e compie gesti che aiutano a non abbassare il livello della nostra vita comunitaria. Un pastore è per tutti, per avere ancora più a cuore città, paesi ed ambienti ricchi di umanità. Uno che attinge a piene mani dalla Parola di Dio per sporcarsi le stesse mani nella quotidianità delle persone, che non fa preferenze se non quelle evangeliche, che – come direbbe il Papa – sceglie quando stare davanti, in mezzo o dietro al suo popolo, a seconda delle necessità. Ognuno dovrà metterci del suo, non può fare tutto lui e da solo! L’esperienza insegna, però, che la qualità della vita ecclesiale di una diocesi è strettamente legata anche alla santità del suo pastore. Buon cammino, vescovo Franco: che il suo servizio sia santo, umano, profetico e saggio.

Lungo le strade

Dalla sua Crema, una sosta rigenerante a Loreto. Nella casa del ‘sì’, il nuovo pastore senigalliese affida questa nuova e delicata fase della sua vita alla Vergine lauretana. Poi a Senigallia, accolto nel piazzale dell’Opera Pia Mastai – Ferretti. Un primo bel segnale per dirci che le fragilità sono parte di noi, così come il prendersene cura è affare che ci riguarda tutti. Sono i giovani, proprio da quel luogo, ad accompagnare il vescovo nel cuore del centro storico. In Piazza Roma, la piazza del municipio, l’incontro con i rappresentanti comunali e le autorità civili. Il vescovo diventerà un cittadino di questa città e, ognuno per ciò che è e deve essere, sarà incoraggiato a dare il meglio per farla diventare ancor più giusta ed ospitale. Di nuovo in cammino, un po’ di strada, tra piazze, vie e i luoghi del quotidiano, perché la chiesa vive dove vivono tutti, percorre le stesse strade e sempre di più deve incontrarsi con le persone in carne ed ossa. L’arrivo in Cattedrale e l’abbraccio festoso di tante persone. Non una ‘parata’ od una cerimonia, ma una festa di popolo, il grazie condiviso per questo momento così significativo, la voglia di dirsi che sì, nonostante tutte le ammaccature e le incoerenze, la Chiesa ha ancora un senso su questa Terra e chi la guida è dono per tutti. La celebrazione eucaristica per affidare al Signore tutto questo.
Una giornata da vivere nella gioia e con responsabilità. Due dimensioni che vanno a braccetto, l’una ha bisogno dell’altra, altrimenti la prima può scadere in facile entusiasmo che dura poco e la resposabilità, senza la freschezza dei momenti più belli, si trascina in una serie di cose da fare e di doveri che alla lunga stancano. Si comincia, insieme, in questo nuovo capitolo della lunga storia della chiesa senigalliese, in compagnia del vescovo venuto dal Nord.

Chi è Franco Manenti

Francesco Manenti (Franco) è nato a Sergnano (Cremona) il 26 giugno 1951. E’ cresciuto nella Chiesa di Crema, a cui dice lui stesso, “devo tutto. Nel mio cammino di fede ho incontrato bravi sacerdoti, a cominciare dal parroco che mi ha battezzato e che è stato anche il parroco della mia prima Messa, fino ai superiori del seminario: il patriarca Marco Cè, mio rettore e il vescovo Carlo Manziana che mi ha ordinato. Lo scorso giugno ho festeggiato i 40 anni di sacerdozio, con grande riconoscenza al Signore per i doni che mi ha fatto”.
Figlio di un muratore e una casalinga, una famiglia semplice. Ha conosciuto anche la povertà. Nei primi anni la vita del vescovo Franco è stata un po’ tribolata dalle malattie, fortunatamente tutte risolte. Ha un fratello e due sorelle entrambe sposate. I suoi genitori sono in Paradiso, il papà da otto anni, la mamma da otto mesi. Il padre aveva nove fratelli, la mamma quattro.

E’ stato Vicario generale della diocesi di Crema per nove anni con il vescovo Oscar, ordinato sacerdote insieme a lui il 28 giugno 1975. Per gli ultimi quattro anni ha avuto anche l’incarico di parroco nella parrocchia della SS. Trinità, nel centro di Crema. Insegnante di Teologia Dogmatica nell’Istituto teologico per le quattro diocesi di Crema, Cremona, Lodi, Vigevano, un’esperienza iniziata dieci anni fa. Per qualche anno è stato responsabile della catechesi e poi della famiglia, padre spirituale in Seminario e coadiutore in Cattedrale.
Stemma e motto

Nel campo azzurro dello stemma episcopale di Franco Manenti al centro c’è una stella che fa riferimento alla figura di Maria: a Senigallia la Madonna della Speranza, a Crema la Madonna del Carmine nella chiesa della SS. Trinità e la Madonna del Binengo di Sergnano, sua città natale. Le onde fanno riferimento al mare. Quindi la Madonna, la Stella maris. Poi c’è un omaggio al patrono dell’ultima parrocchia di don Franco, la Santissima Trinità, tradotto con una punta di triangolo bianco all’interno del quale stanno tre lingue di fuco che rappresentano, appunto la Trinità. Il motto scelto da Manenti è “È vicino a voi il regno di Dio (Luca 10,9)” ed è lui stesso a spiegare il perché di questa scelta: “Essere con la mia gente testimonia a chi abita in questo territorio la presenza di Gesù Risorto nella loro vita: una presenza affidabile, perché ispirata dall’amore per tutti”.

Vescovo Manenti2

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