MONDOLFO – Nel primo pomeriggio in un parco pubblico lungo via delle Regioni a Marotta di Mondolfo una donna era intenta a badare ad un bambino di 3 anni mentre ruzzolava nel prato. Dovendo sollevare il bambino appoggiava momentaneamente la borsa che teneva al braccio su di una panchina. Ad un certo punto avverte la presenza di un uomo che non la convince affatto. Lo segue con lo sguardo finché non lo perde di vista per un attimo quando, all’improvviso, le riappare alle spalle e con un gesto fulmineo afferra la borsa e scappa. La donna, inizia a corrergli dietro urlando ma, preoccupata per il bambino lasciato solo, dopo pochi metri interrompe l’inseguimento. Nel frattempo l’uomo incrocia una donna in bicicletta che per lo spavento a momenti non rovina a terra. Contemporaneamente una terza donna avverte i carabinieri che dalla vicina caserma in pochi secondi raggiungono il parco. Raccolgono brevemente la descrizione del malvivente e si mettono subito alla ricerca. Raggiunta la stazione ferroviaria individuano un soggetto che per corporatura e abbigliamento ricordava quello descritto.
Portato in caserma veniva immediatamente riconosciuto sia dalla vittima del furto che dalla donna con la bicicletta. La borsetta veniva ritrovata sulla via di fuga da un passante e restituita al legittimo proprietario. All’appello manca tuttora il portafogli probabilmente nascosto o abbandonato dall’uomo durante la fuga.
L’uomo, A. C. 37enne rumeno senza fissa dimora ma domiciliato da anni a Fano, già noto alle forze di polizia, è stato tratto in arresto in flagranza di reato per furto aggravato e trattenuto nelle celle di sicurezza. Oggi in sede di giudizio di convalida il giudice non ha ravvisato la sussistenza della flagranza di reato come da sentenza della Corte di Cassazione n. 39131 del 21.09.2016 che prescrive il «non può procedersi all’arresto in flagranza sulla base di informazioni della vittima o di terzi fornite nella immediatezza del fatto» ma è ravvisabile solo nei confronti di «chi, subito dopo il reato, è inseguito dalla polizia giudiziaria, dalla persona offesa o da altre persone ovvero è sorpreso con cose o tracce dalle quali appaia che egli abbia commesso il reato immediatamente prima». Il giudice non ha, quindi, convalidato l’arresto sottoponendolo comunque, in attesa del processo, all’obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria per tre giorni alla settimana presso la caserma dei carabinieri di Trecastelli dove l’uomo ha detto di domiciliare ospite di un amico.