Maltrattamenti, lesioni e atti persecutori: scattato il “Codice Rosso” per otto casi – VIDEO

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FANO – La Polizia di Stato pone particolare attenzione al fenomeno della violenza di genere, profondendo notevole impegno in termini di prevenzione e repressione.
In tale contesto il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Fano, diretto da Stefano Seretti, ha recentemente attivato del “Codice Rosso“, sotto la titolarità della Procura della Repubblica di Pesaro, in 8 casi, tutti verificatisi a Fano.
Gli agenti hanno proceduto penalmente nei confronti di 5 uomini resisi responsabili in 2 casi dei reati di maltrattamenti verso familiari e in 3 di atti persecutori oltre a lesioni personali. Inoltre hanno adottato 3 provvedimenti amministrativi dell’ammonimento, consistente in un avviso del Questore nei confronti del responsabile di atti persecutori di cessare immediatamente i comportamenti molesti, con l’avviso che, in caso contrario, nei suoi confronti si procederà penalmente d’ufficio tramite l’attivazione del Codice Rosso.
Le 8 vittime, di cui 7 donne e un uomo, sono tutte residenti a Fano.
In tutti i predetti episodi, le vittime, tra cui 7 italiane e 1 straniera, a seguito delle continue minacce e sopraffazioni psicologiche, fisiche e materiali a cui erano sottoposte, anche da diversi anni, dai loro conviventi o compagni o ex, si sono rivolte direttamente agli agenti del Commissariato di Fano che, presso il quale è stata ha allestito una stanza dedicata per accogliere, fornire assistenza e raccogliere le segnalazioni delle vittime di tali delicate situazioni.
Tra i principali motivi alla base degli episodi di violenze sia fisiche che psicologiche vi è il rifiuto di accettare l’interruzione del rapporto sentimentale, spesso protrattisi per lungo tempo, spesso difficoltoso e caratterizzato da frequenti soprusi e sopraffazioni.
In diversi casi trattati dagli agenti del Commissariato fanese, gli stalkers reagivano alla separazione con un ulteriore inasprimento degli atteggiamenti prevaricatori, come continui e opprimenti atti di meticoloso controllo anche mediante appostamenti negli ambienti di lavoro o di frequentazione privata delle vittime, reiterate minacce, molestie telefoniche, percosse e ingiurie, tanto da cagionare gravi stati d’ansia e fondati timori per l’incolumità propria e anche dei figli minori.
Nei casi più gravi, i poliziotti hanno applicato nei confronti di due stranieri le misure coercitive degli arresti domiciliari e dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai suoi figli minori.

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