Confcommercio, Manifestazione #ioapro: “Siamo contrari ad iniziative che danneggiano l’immagine della ristorazione”

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La Confcommercio di Pesaro e Urbino/Marche Nord é assolutamente insoddisfatta dei provvedimenti di ristoro economico per le imprese commerciali, turistiche e dei servizi costrette ad una chiusura forzata od a pesanti limitazioni nell’esercizio della propria attività a causa della pandemia da Covid-19 che sta ancora mietendo vittime e numerosi contagiati ed ammalati in tutto il Paese. 

Ai familiari dei deceduti formuliamo la più sentite condoglianze; agli ammalati, che ancora ed in misura purtroppo crescente affollano le nostre strutture sanitarie, la piena solidarietà e gli auguri di pronta guarigione. 

Tra l’altro le misure di ristoro e di risarcimento dei danni economici sono insufficienti per il mondo della ristorazione e dei pubblici esercizi e del tutto assenti – nell’ultimo decreto – per le imprese alberghiere, commerciali e gestori di strutture sportive e del benessere. 

E’ quindi ferma e decisa la nostra protesta con l’obiettivo di reperire – a tutti i livelli (nazionale, regionale e locale) – le risorse adeguate alle pesanti perdite accumulate dalle imprese. 

Siamo peraltro convinti della necessità di far riaprire subito queste attività nel rispetto di tutti i protocolli e le disposizioni di contenimento del virus che le attività del turismo, del commercio, della ristorazione e dei servizi hanno abbondantemente dimostrato di rispettare per la salute e la salvaguardia dei consumatori, dipendenti e titolari delle attività. 

Ed è quello che ripetutamente sollecitiamo a livello governativo. Ma la nostra fermezza e la nostra contrarietà ad alcune delle disposizioni restrittive dei vari DPCM non ci induce a comportamenti illegali od a violare la legge con manifestazioni ed azioni che non rispettano la legalità, la salute pubblica e gli stessi interessi delle imprese e dei consumatori. 

Per questo siamo assolutamente contrari ad iniziative populiste e demagogiche illegali ed inconcludenti (se non, forse, per gli interessi personali, pubblicitari e politici di qualcuno) che danneggiano l’immagine della ristorazione (nei confronti istituzionali e presso l’opinione pubblica) e rischiamo di creare danni incalcolabili alle imprese ed agli stessi clienti dei nostri ristoranti. E constatiamo che le iniziative programmate sono supportate da fake news, falsità o mezze verità che trovano facile audience perché… fanno notizia!!! Abbiamo però il dovere di ribadire alle imprese della ristorazione e dei pubblici esercizi che l’adesione alla iniziativa di tenere aperti i pubblici esercizi dal giorno 15 contro le disposizioni di legge, significa mettere ancora più in difficoltà le aziende con sanzioni amministrative pecuniarie da 400 a 1000 euro suscettibili di essere applicate sia agli esercenti cha ai consumatori e con la sanzione accessoria della chiusura dell’esercizio da 5 a 30 giorni oltre a poter portare alla configurazione a carico dei trasgressori di gravi ipotesi di reato, come i delitti colposi contro la salute pubblica di cui all’art. 452 c.p. (vedi circolare Ministero dell’interno n. 153o/117). Sino alla possibile sospensione della licenza (art. 100 TULPS). 

Nel lasciare pertanto libertà di scelta ai nostri Associati invitiamo a diffidare di tali illegali manifestazioni e di illusori, disinformati ed interessati «profeti» che ancora qualche giorno fa scrivevano di aver fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro i DPCM (“l’unico ad averlo fatto”) o che «il Tribunale di Roma ha sentenziato dichiarando incostituzionali i DPCM di Conte». Tutte falsità ovviamente: perché il Tribunale di Roma non ha emesso una sentenza ma una ordinanza (in una causa civile ad un commerciante di pagare il canone di affitto al proprietario) e non ha assolutamente dichiarato incostituzionali i DPCM semplicemente per il fatto che i DPCM sono atti amministrativi (supportati da una legge) e quindi non sono soggetti al parere di costituzionalità. 

Non ha quindi inviato gli atti alla Consulta limitandosi ad esprimere contestati pareri di illegittimità delle norme. Pareri che non intaccano la validità delle norme non essendo il Tribunale Civile competente in tale materia. 

 

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