Caso Putzu, Vitri e Mangialardi chiedono la convocazione urgente dell’Ufficio di Presidenza e diffidano Acquaroli: “Non spetta a lui decidere se il suo uomo di fiducia è candidabile o meno”

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Il gruppo assembleare del Partito Democratico non ci sta a far passare sotto traccia il caso Putzu, scoppiato a seguito dell’esposto inviato all’Assemblea legislativa delle Marche dall’esponente di Fratelli d’Italia Saturnino Di Ruscio, secondo cui l’attuale consigliere Andrea Putzu sarebbe risultato incandidabile alle elezioni del 2020 a seguito di una condanna per falso ideologico passata in giudicato nel 2018.

Per tale motivo, i componenti dem dell’Ufficio di Presidenza del consiglio regionale, Micaela Vitri e Maurizio Mangialardi, hanno chiesto al presidente Dino Latini una riunione urgente per lunedì prossimo, al fine di conoscere gli esiti istruttori che gli uffici stanno svolgendo per verificare la legittimità dell’elezione di Putzu e le possibili conseguenze sulla validità degli atti del consiglio regionale. Anche perché, qualora arrivasse la conferma che Putzu non poteva essere candidato nel 2020, avrebbe votato atti non potendolo fare.

“Riteniamo che il presidente Latini debba convocare già lunedì prossimo l’Ufficio di Presidenza – affermano Vitri e Mangialardi – per far sì che la questione venga chiarita e siano ripristinate le condizioni di trasparenza. A tal proposito, vogliamo stigmatizzare le gravi e inopportune parole del presidente Francesco Acquaroli sulla conferma della candidatura di Putzu alle prossime elezioni regionali di settembre. Non spetta certamente a lui dire se il suo uomo sia candidabile o meno, visto che l’applicazione della normativa vigente non è certo una sua prerogativa. E questo sconfinamento di potere non solo non gli fa onore, ma dimostra ancora una volta l’insofferenza del Presidente e della sua  maggioranza per le regole più elementari della democrazia”.

Da Micaela Vitri, Consigliera regionale PD

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