Tasse ai disabili, la replica dell’assessore Marina Bargnesi

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FANO – “Mettere in agitazione le famiglie non credo sia il ruolo delle Associazioni dei famigliari dei disabili. I cambiamenti normativi adottati da Stato e Regione che reintroducono nuovi criteri di partecipazione alla spesa sociale dei cittadini e dei Comuni stessi, cambiamenti sui quali i Comuni della Provincia di Pesaro – Urbino si sono battutti attraverso l’ ANCI regionale per avere garanzie, sia attraverso il Fondo di Solidarietà che il ripristino di un minutaggio rispettoso di percorsi realmente riabilitativi, gli Enti Locali in tutta la Regione hanno dovuto gradualmente applicarne gli indirizzi. Anche il Comune di Fano, pur rimandando di un anno e mezzo l’adozione, oggi è tenuto a farlo adoperandosi direttamente con le famiglie e gli Enti gestori per attraversare insieme questo cambio con fondi su rette e trasporti messi direttamente dal Comune.

Come Assessore ai Servizi Sociali ritengo che sia nostro compito trovare soluzioni pur adottando le leggi e non fare mai mancare il nostro appoggio alle famiglie con le quali c’è un rapporto di forte alleanza che non verrà mai meno. Mi auguro anzi che si rafforzi il clima di sussidiarità circolare tra tutti i soggetti coinvolti nella comunità locale anche in momenti più complicati.

Detto ciò è d’obbligo fare alcune precisazioni:
l’introduzione obbligatoria dell’Isee come strumento di quantificazione per la compartecipazione alla spesa dei servizi socio-assistenziali, è imposto dalla L.R.32/2014 sin dall’anno 2015.
Con la stessa decorrenza i costi delle rette giornaliere per i soggetti frequentanti i Centri socio-educativi diurni sono stati oggetto di modifica sostanziale con l’introduzione della Deliberazione di Giunta Regionale 1331/2014 che ne ha livellato la quota di frequenza giornaliera a € 62,00 in tutta la Regione Marche dove in alcuni CSER i costi erano più alti ed in alcuni inferiori alla quota stabilita dalla Regione.

E’ di tutta evidenza che siamo di fronte ad un momento di grande difficoltà nella comprensione di tutti questi cambiamenti da parte dell’utenza e delle loro famiglie e a tal fine, non solo abbiamo rinviato di un anno e mezzo l’entrata in vigore delle norme regionali (previste dal 01/01/2015) caricando sul bilancio comunale le risorse differenziali che sarebbero dovute risultare a carico delle famiglie degli utenti e ancor più della Regione Marche, ma prestando anche particolare cura alla fase di accompagnamento di questo cambiamento chiedendo agli operatori dei servizi di offrire tutta la necessaria accoglienza e comprensione.

Ricordiamo che il Comune di Fano è stato il primo tra i Comuni della Regione ad adottare una delibera di Giunta Municipale, la DGM 221 dell’11.6.2015, che non perseguiva la distinzione dei costi sulla base dei livelli di gravità degli utenti così come imposto dalla DGR 1331/2014, ma ne salvaguardava la pari dignità di fronte al tema della compartecipazione al costo del servizio.
La stessa volontà politica è stata ribadita anche per il periodo gennaio-maggio 2016 con l’approvazione di un’apposita delibera di Giunta Municipale.

Le cifre comparse nell’articolo di giornale, pari per la precisione a € 372,00, si riferiscono alla quota mensile massima che dovrà essere pagata da una famiglia il cui componente frequenti il Centro diurno per disabili, il cui Isee risulti superiore a circa € 19.000,00.

Attualmente la cifra di € 214,00 pagata dagli utenti del CTL S.Lazzaro se frequentanti a tempo pieno ed € 107,00 se a tempo ridotto, viene versata indistintamente senza alcuna valutazione economica dell’utente e successivamente del suo nucleo famigliare. La retta, di gran lunga inferiore a quelle pagate dagli utenti frequentanti altri Centri quali Itaca, il Mosaico, Aias o Villa Evelina, negli anni non era mai stata rivista proprio in virtù del fatto che non appariva percorribile ed equo un innalzamento indiscriminato su tutte le famiglie.
Oggi lo strumento deve per legge essere adottato, ed è appunto l’Isee, un Isee sociosanitario che abbatte considerevolmente la parte redittuale e scomputa, da sentenza di fine aprile, sia la pensione d’invalidità sia l’assegno di accompagnamento del disabile. Con questo strumento verrà garantito il rispetto del principio di equità che ne è alla base dell’introduzione anche a coloro che attualmente frequentano il Centro diurno comunale. Ne risulterà, che per molti di questi, la retta sarà inferiore a quella attuale, per alcuni pressochè invariata, ed infine solo per pochi superiore all’attuale.
L’impegno, già peraltro dichiarato dall’Amministrzione nel corso dei due incontri tenuti con le famiglie e le associazioni, sarà di garantire l’impiego di tempi e modi necessari a far sentire accolti ed accompagnati gli utenti in questo momento di profondo cambiamento per tutti, condividendone gli esiti e trovando soluzioni personalizzate”.

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