Sindacati dei Pensionati marchigiani pronti per la mobilitazione nazionale del 5 novembre

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MARCHE – Più di 150, tra dirigenti e componenti dei consigli generali dei Sindacati dei pensionati marchigiani di Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil si ritroveranno, venerdì 31 ottobre, al Conero Break di Ancona.

L’iniziativa è organizzata in previsione della giornata nazionale di mobilitazione indetta dalle rispettive Segreterie nazionali per il prossimo 5 novembre, quando Spi Fnp e Uilp manifesteranno a Milano, Roma e Palermo per sostenere le loro richieste al Governo e le proposte di modifica al disegno di legge di stabilità 2015.

Investimenti, sviluppo e crescita per generare nuovi posti di lavoro, tutela dei redditi da pensione, risorse per preservare il welfare pubblico e i servizi sanitari, una legge nazionale per la non autosufficienza, la riduzione del carico fiscale sui redditi fissi da lavoro e pensione, l’estensione del bonus degli 80 euro a pensionati ed incapienti, il contrasto agli sprechi, ai privilegi e all’evasione fiscale.

In estrema sintesi sono queste le richieste di Spi Fnp e Uilp, sostenute attraverso la campagna “#Non stiamo sereni”, grazie alla quale un milione di cartoline sono state inviate a Palazzo Chigi, delle quali circa 75.000 provenienti dalle Marche.

«I pensionati marchigiani sono allo stremo – sostengono le Segreterie regionali di Spi Fnp e Uilp. Il 54.5% delle pensioni di vecchia sono di importo inferiore a 750€, a fronte di una media nazionale del 39.5%. Il 64,4% dei percettori di pensioni di vecchiaia può contare su meno di mille euro lordi al mese, con i quali spesso devono sostenere anche i loro figli che hanno perso il lavoro a causa della crisi. Non siamo dei privilegiati e non facciamo richieste corporative, ma abbiamo a cuore il bene del paese e il suo rilancio, per ridare speranza ai nostri figli e nipoti».

Spi Fnp e Uilp chiedono al Governo di riaprire il dialogo sociale, via privilegiata per aiutare il paese a risalire la china. Impegnano la Regione ed i Comuni a non restringere ulteriormente le prestazioni di tutela. «I tagli al sistema delle autonomie locali hanno già messo in crisi il sistema dei servizi sociali e sanitari». Regioni e Comuni dovranno impegnarsi per eliminare sprechi e inefficienze. L’azione di reperimento delle risorse va orientata verso l’evasione, la corruzione e l’illegalità.

Dall’altro lato chiediamo al Governo di non toccare il Fondo patronati, finanziato da contributi dei lavoratori, riducendo il quale si mette a rischio un sistema di servizi previdenziali svolti per conto dello stato, gratuiti per i cittadini e diffuso su tutto il territorio nazionale».

Le Segreterie regionali di SPI CGIL, FNP CISL, UILP UIL

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