Sanità, parte da Fano la sperimentazione contro la sindrome di Bar

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FANO – Parte da Fano un progetto sperimentale mondiale per la cura dell’atassia telangiectasia o sindrome di Louis Bar, una malattia genetica piuttosto rara che colpisce il cervello. Il presidente dell’associazione “Davide De Marini” Alfredo De Marini e il direttore del dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Urbino Mauro Magnani hanno annunciato che, dopo una fase di test, in Italia è stato messo a punto un farmaco che è entrato a far parte di un progetto mondiale grazie alla ricerca compiuta dalla EryDel di Urbino, una società spin off dell’Università di Urbino. “Abbiamo ottenuto risultati positivi su 22 ragazzi in Italia, monitorati per 6 mesi all’Umberto I di Roma e nell’ospedale di Brescia, – spiega il professor Magnani, intervenuto all’inaugurazione della nuova sede dell’Associazione De Marini -. Il progetto ha ottenuto l’approvazione dell’Agenzia europea del Farmaco (Ema) e della Food and Drug Administration (Fda) negli Stati Uniti. Ora estenderemo questo trattamento a circa 180 pazienti sparsi nel mondo, dagli Stati uniti d’America, dove è coinvolta la John Hopkins University, al Giappone, da Israele al Marocco, dall’India, al Brasile per capire se questo farmaco, finora unico nel combattere gli aspetti neurologici della malattia, che, purtroppo, è genetica, possa essere valido per ogni tipologia di atassia in qualsiasi parte del mondo”. Viste le prime risultanze, Magnani crede che ”valga la pena di fare la prova”. I risultati del test su larga scala si conosceranno solo alla fine del 2017. Avviata a Fano con una piccola borsa di studio affidata ad una giovane ricercatrice, Sara Biagiotti, la lotta all’atassia è diventata internazionale, grazie a un progetto che può contare su uno stanziamento di 26 milioni di euro.

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