Sanità, De Marchi: “Cosa aspettano il Sindaco e le forze politiche a dire la loro?”

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FANO – “Dopo una settimana dalla manifestazione a Fosso Sejore , circa due dalla discussione della mozione popolare in consiglio comunale , dopo la consegna di 3900 firme per la presentazione di un referendum che chiede alla regione di rivedere il piano sanitario, in particolare della nostra provincia, perché basato su presupposti sbagliati, “la politica”, dei decisori certo ma anche delle opposizioni, tace.
Liquida tristemente con un banale “più bandiere che persone”, le iniziative e non accoglie o meglio si defila per l’ennesima volta, dal dare risposte precise e trasparenti.
Al di là di operazioni “muscolari” , le reali questioni poste dai cittadini, sulla situazione della sanità provinciale restano inevase.
Volendo soprassedere in questa sede sulle questioni, ormai più volte dibattute, anche se mai sufficientemente documentate, del sito e del finanziamento, mi voglio concentrare su di un problema che, secondo alcune lamentele, ricade direttamente sul vissuto delle persone. Un anno o più di attesa per interventi di routine, giustamente rimandati in presenza di urgenze, vi sembra normale? Un’ernia inguinale, una cisti ovarica, una varice venosa alle gambe, una donna con emorragie uterine continue, non sono certamente malattie gravi che compromettono la vita, anche se non è detto, di chi ne è portatore, ma giustifica tutto ciò un anno di attesa? Ci spieghino i decisori come pensano, con il piano di Marche Nord, con gli ospedali chiusi nelle vallate, pur con strutture rinnovate da poco tempo, ed un domani con un solo ospedale che, se guardiamo ai letti, avrà la metà di possibilità di prestazioni delle strutture attuali, si riuscirà a rispondere a queste esigenze. Un’idea quasi quasi mi salta in testa e si chiama forse “privato”?
Qui non si tratta di bandiere, chi vince o chi perde, qui è in ballo la salute di tutti noi. Si tratta di capire con quali criteri è stata decisa questa programmazione sanitaria nel nostro territorio?
Quanti e quali le malattie del nostro territorio, ben sottolineano “ Comitatinrete”, quale programmazione, quali bisogni. E’ normale attendere a volte un anno per un intervento di routine? quante realmente le malattie che richiedono prestazioni ultraspecialistiche? Domande concrete che esigerebbero risposte concrete e non generici giri di parole.
Cosa aspettano il nostro Sindaco, le nostre forze politiche, i nostri rappresentanti regionali, a dire la loro nelle sedi opportune? cosa devono fare di più i cittadini per tutelare i loro diritti, perché sia data risposta alle proprie preoccupazioni?”.

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