Profughi a Fano, CISL: “Più che gridare alla paura dello straniero, occorre ripensare un progetto di sviluppo turistico”

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FANO – “Ma davvero siamo convinti che “Profughi e rifugiati” sono la causa della scarsa rilevanza o del pericolo di involuzione del turismo, non solo del territorio fanese ma anche pesarese?

È possibile che coloro che sono temporaneamente “ospiti” dell’hotel Plaza possono concretamente mettere in ginocchio la prossima stagione turistica di Fano, oppure, non sarà vero invece che le cause vanno ricercate in ben altre direzioni, ovvero, nella debolezza della struttura ricettivo-alberghiera, della cultura dell’accoglienza e della inadeguata valorizzazione del “prodotto” turismo?

L’attività turistica nella vicina “Riviera Romagnola” da Cattolica a Cesenatico ed oltre, dura mediamente 8-10 mesi all’anno, nella cosiddetta “Riviera Adriatica” come viene pomposamente definito il litorale marchigiano a nord di Ancona, dura mestamente, 60-80 giornate annue, Fano compreso.

È colpa dei profughi e rifugiati del Plaza?

Perché una provincia, quale quella pesarese, ricca di paesaggi, storia, cultura, bellezze architettoniche, compreso il patrimonio UNESCO, non riesce ad essere attrattiva nei grandi mercati del turismo internazionale e raccoglie  mestamente, la 3-4 età europea ed il turismo pendolare delle aree interne senza sbocco al mare, mentre la vicina Romagna, ormai plafonata territorialmente, continua ad essere attrattiva  ?

Forse la differenza la fanno, il diverso modello turistico di riferimento, oppure il ritenere l’economia di riferimento  primaria per il territorio e non un settore secondario ed integrativo al manifatturiero, oggi fortemente in crisi.

La CISL MARCHE della provincia di Pesaro Urbino Fano, è convinta che più che gridare alla paura del diverso e dello straniero, occorre ripensare  un moderno progetto di sviluppo turistico del territorio, riqualificare  la struttura ricettivo alberghiera guardando ad un mercato planetario e non più europeo o peggio ancora locale.

Va ripensato l’intero settore del trasporto, di terra, di mare ed aereo ( oggi manca  un collegamento fisso con i due aeroporti di Rimini e Falconara), tenendo a riferimento l’importanza e l’influenza  che potrà avere l’avvento della MACRO REGIONE ADRIATICO-IONICA non solo per l’economia provinciale ma per l’intera regione marchigiana.

Ha ragione chi sostiene che le nuove generazioni non possono essere ambasciatori nel mondo delle bellezze e potenzialità del territorio, se per “scaramanzia” non si visitano i tesori che ci circondano.

Come altrettanto non è pensabile che lo sviluppo economico possa ancora essere mono settoriale, trainato dalla sola industria tipica senza considerare che i traguardi futuri devono vedere in concorso, il manifatturiero, l’artigianato di qualità, le eccellenze agro-alimentari, turismo e terziario.

Fantasiosi miraggi di sviluppo economico ed occupazionale (vedi i mille posti di lavoro dell’OUTLET di Marotta: apriamo  subito un confronto tra OO. SS comune di Mondolfo per verificare le ricadute occupazionali), oppure le fobie collettive, non portano da nessuna parte.

Bisogna ricordare, che i profughi di oggi che scappano da terre martoriate, sono gli stessi che negli anni 50 e 60, scappavano da una terra di mìseria e sofferenza uscita da una disastrosa guerra mondiale e cercavano ospitalità in Svizzera, Belgio, ecc.”.

CISL PESARO URBINO

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