Luca Ceriscioli è il nuovo governatore delle Marche. Ore 12 in diretta su Fano TV la conferenza stampa

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MARCHE – Luca Ceriscioli vince, seguito dal candidato del Movimento 5 Stelle Gianni Maggi e da quello di Fdi-An Francesco Acquaroli, mentre ‘crolla’ l’ex presidente Gian Mario Spacca, ex Pd, candidato per la terza volta dopo avere rotto con il centrosinistra, seguito a grande distanza dal candidato di Altre Marche-Sinistra Unita Edoardo Mentrasti. Così le Marche chiudono la lunghissima pagina di Spacca alla guida della Regione, presidente per due mandati dal 2005, assessore o vice presidente nei dieci anni precedenti. Cambia il presidente, non la coalizione, un centrosinistra formato da Pd e vari cespugli raccolti in due liste, una laica (Verdi, Psi, Idv, civiche), l’altra popolare (Udc-Popolari Marche). Ceriscioli, 49 anni, ex sindaco di Pesaro e insegnante di matematica che si definisce “un semi-professionista della politica”, coglie l’obiettivo e supera il 40% (a scrutinio quasi ultimato sfiora il 41%) che assicura alla sua coalizione il premio di maggioranza di 18 consiglieri sui 30 più lui del nuovo Consiglio regionale delle Marche. A seguire, con molto distacco, exploit del candidato del Movimento 5 Stelle Gianni Maggi con il 21,8% dei voti, tallonato da Francesco Acquaroli, il sindaco quarantenne di Potenza Picena, con il 19%. “La linea della chiarezza paga, e non quella del sostegno ai voltagabbana” commenta su twitter il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Spacca, alla testa di una coalizione formata da Marche 2020 Area Popolare, Forza Italia e Democrazia Cristiana, resta al palo, anche se i pronostici della vigilia lo vedevano testa a testa con Maggi come miglior perdente: è solo quarto con il 14,16% dei consensi, dopo una campagna elettorale in cui vari big nazionali come il ministro Maria Elena Boschi e lo stesso premier Matteo Renzi lo hanno accusato di avere “cambiato casacca” e di “essere attaccato alla poltrona”. In nottata, con un comunicato, prende atto del risultato delle urne. “Il dato elettorale indica che il nostro progetto per le Marche non è entrato nel cuore dei marchigiani, come avremmo sperato” dice. Eppure, quel progetto doveva essere un “modello da esportare in tutta Italia”, caldeggiato da Gaetano Quagliariello e da Ncd, l’approdo sul territorio di Area Popolare. Ma la formazione centrista di Spacca ha raccolto solo il 3,92% e Forza Italia il 9,43%. Dopo l’ex governatore viene Mentrasti, con una formazione che raccoglie Sel, Pdci, Rifondazione e altre sigle di sinistra, con il 3,97% dei voti. Rivoluzionato il Consiglio regionale marchigiano: i tre maggiori partiti saranno il Pd (che dovrebbe esprimere 15 consiglieri), M5s e Lega. Sullo sfondo, ma incombente, l’alto tasso di astensionismo: l’affluenza alle urne si è fermata al 49,7%, quasi 13 punti in meno rispetto alle regionali del 2010, in pratica un marchigiano su due non è andato a votare. Disaffezione verso la politica, stanchezza per i litigi tra i partiti o interni ai partiti e tra i candidati, certo, ma forse anche un crescente disinteresse o disincanto verso l’istituzione Regione.

 

Luca Ceriscioli stacca tutti e diventa governatore delle Marche con una percentuale attorno al 41% dei consensi: un pesarese torna quindi alla guida della Regione. “Ha vinto il cambiamento – ha scritto su Facebook – abbiamo un presidente, una maggioranza e un programma. Da domani al lavoro e tutti ci confronteremo e lavoreremo per il bene della comunità marchigiana. L’alto astensionismo è dovuto alla situazione difficile di questi anni che si traduce in una rottura di fiducia e noi dovremmo recuperla”.

Ceriscioli, nato a Pesaro il 15 marzo 1966, è professore di matematica all’Istituto Tecnico Industriale di Urbino. Dopo aver militato nel Partito Democratico della Sinistra (PDS) per il quale ha ricoperto il ruolo di segretario comunale di Pesaro, ha aderito ai Progressisti. Nel 1999 è stato poi eletto assessore dello stesso Comune, ricroprendo la carica di fino al 2004 con delega ai Lavori Pubblici e per le politiche e per la collettività ed il territorio. Nel 2004 è stato eletto sindaco di Pesaro al primo turno ed è stato riconfermato nelle elezioni del 2009, sempre al primo turno. Ha ricoperto la carica fino al 2014 e a fine mandato la classifica del Sole 24Ore, sul gradimento dei sindaci da parte dei cittadini, lo vedeva ai primi posti della graduatoria nazionale. Nei dieci anni da primo cittadino è stato presidente di diversi enti culturali: Rossini Opera Festival, Mostra internazionale del nuovo cinema, Pesaro Studi: associazione per la promozione e lo sviluppo della formazione superiore e universitaria. In ambito regionale – sempre in qualità di sindaco – ha fatto parte del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL), della Regione Marche, contribuendo, anche da relatore, alla definizione e alla modifica di numerose leggi di programmazione territoriale, urbanistica, ambiente, casa, cultura, sociale. Il 1 marzo 2015 ha vinto le primarie interne del PD marchigiano effettuate per designare il candidato ufficiale alla presidenza della Regione Marche. La sua candidatura è sostenuta dal Partito Democratico, dalla lista Uniti per le Marche e dalla lista Popolari Marche-Udc.

 

“È tempo che le scelte per le Marche nascano da una visione autenticamente regionale, fuori dai localismi e dai campanilismi” aveva dichiarato Ceriscioli. “Solo nell’unità delle strategie e nella coesione, le Marche riusciranno a riconquistare un ruolo di centralità nell’Italia che cambia e di rilancio della sua economia e identità”.

E’ sposato con la compagna di sempre, Lara, e ha due figli, Matteo, di 16 anni, e Giulia, di 19. E’ un cattolico senza esperienze di associazionismo alle spalle, e pure nel Pds, Ds e Pd, e ci tiene a dirlo, non ha mai fatto parte di alcuna corrente. Da renziano, ha impostato la campagna per le elezioni proponendosi come ”il sindaco delle Marche”, un presidente ”vicino ai territori, capace di un dialogo costruttivo con le realtà locali, per mettere le Marche al centro dell’Italia che cambia”. Capacità di ascolto e curiosità sono le sue caratteristiche migliori, dicono i sostenitori, ma anche se Ceriscioli non ama la polemica e lo scontro acceso c’è chi invita a non sottovalutarne la determinazione, e il ‘pugno di ferro’ mostrato, ad esempio, nella riorganizzazione della macchina comunale quando era sindaco. Il suo ‘grande elettore’ è stato il vice presidente nazionale del Pd Matteo Ricci, e Matteo Renzi è venuto a chiudere la campagna elettorale del professore.
Un tour de force di 471 incontri dal nord al sud delle Marche, con un’auto ”sfasciata” per i troppi chilometri fatti.
Look informale (ma indossa uno smartwatch) il governatore è appassionato di montagna e di basket. E’ stato segretario del Pd di Pesaro, assessore al Territorio, presidente del Rossini Opera Festival e della Mostra del Nuovo Cinema.

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