L’acqua di falda diventa potabile: Aset inaugura il nuovo impianto, ne fornirà 100 litri in più ogni secondo

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FANO – Un approvvigionamento costante di acqua potabile, anche nei momenti più critici dell’estate. È quanto garantirà il nuovo impianto di potabilizzazione dell’acqua di falda inaugurato mercoledì mattina in zona Chiaruccia a Fano, grazie al quale Aset Spa intende fornire una risposta decisa al problema della scarsità idrica legata ai cambiamenti climatici in atto a livello globale.

 

L’impianto effettua una potabilizzazione dell’acqua di falda attraverso il sistema dell’osmosi inversa. L’intervento – che ha incluso anche alcune opere accessorie, per un costo complessivo di poco più di 3 milioni e mezzo di euro comprensivi della progettazione – era previsto nel piano degli investimenti AATO di Marche Nord, e consentirà di contare su ben 100 litri al secondo di acqua in più rispetto a oggi, che corrisponde a 360mila litri in più ogni ora. Una soluzione concreta per i cittadini fanesi, soprattutto nelle fasi di emergenza dovute alla siccità.

 

Il nuovo impianto, che verrà attivato nei momenti di maggiore necessità, si basa su una tecnologia all’avanguardia che consentirà di osmotizzare l’acqua di falda per poi rimineralizzarla e renderla potabile. In altre parole, grazie a questa innovazione fortemente voluta dalla società dei servizi i cittadini potranno contare su un’ulteriore risorsa idrica pronta per essere consumata in modo sicuro e immediato. L’acqua così ottenuta– che andrà ad aggiungersi a quella già disponibile grazie ai canali preesistenti – consentirà di coprire circa un terzo del fabbisogno totale.

 

L’opera – ideata da E.T.C. Engineering insieme a HMR Ambiente e Geologia Tecnica – è stata realizzata dalla Rti aggiudicataria dell’appalto, che comprende la Protecno di Mondolfo e Zaniboni di Finale Emilia (Modena). Le opere accessorie che hanno accompagnato la realizzazione dell’impianto hanno riguardato anche l’ampliamento dell’edificio già presente, oltre all’aggiornamento delle tubazioni interne, dell’alimentazione elettrica e delle portate addotte alla stazione di rilancio. Tra i lavori eseguiti anche la realizzazione di un collettore di scarico in grado di trasportare le acque ‘di scarto’ al depuratore di Ponte Metauro.

 

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