Gestione Aerdorica: 78 indagati per concorso in peculato. Tra loro il presidente Ceriscioli (Pd), e i due ex Spacca e D’Ambrosio

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La Procura di Ancona ha avviato un’inchiesta, di cui ha richiesto ora una proroga, per l’ipotesi di concorso in peculato a carico di 78 indagati, tra cui gli ultimi presidenti della Regione Marche Vito D’Ambrosio, Gian Mario Spacca e Luca Ceriscioli, con la giunta al completo, ex assessori, manager e membri del cda Aerdorica, gestore dell’aeroporto di Falconara, ammessa al concordato, e funzionari regionali. Al vaglio vi sarebbe l’utilizzo dei fondi regionali stanziati e l’eventuale mancato controllo pubblico.

Il primo termine per le indagini del procedimento iscritto nel maggio 2019 dal pm Paolo Gubinelli è scaduto il 7 dicembre scorso e per questo il pubblico ministero ha chiesto al gip una proroga di sei mesi perché “appaiono necessari ulteriori approfondimenti investigativi, ritenuti allo stato indispensabili al fine di delineare e comprende adeguatamente la vicenda”. Investigazioni dunque ancora in una fase iniziale che riguarderebbero, ma ancora non si conosce il quadro delle contestazioni, le somme stanziate nel tempo dalla Regione, azionista di maggioranza fino all’estate scorsa, ad Aerdorica che negli anni ha accumulato debiti per circa 40 milioni di euro; in sostanza il magistrato starebbe approfondendo il tipo di utilizzo delle risorse pubbliche erogate al gestore e l’eventuale mancato controllo pubblico.

Nel luglio scorso, dopo un lunghissimo iter, il Tribunale ha omologato il concordato preventivo della società, consentendo la ricapitalizzazione regionale da 25 milioni di euro autorizzata dalla Commissione Ue. Presupposti affinché nel capitale di Aerdorica, da sempre con azionista di maggioranza pubblico, potesse subentrare il gruppo Njord Partners attraverso la controllata Njord Adreanna (estranei al procedimento) che investirà 15 milioni di euro per rilanciare la società. Sulla vicenda pluriennale di Aerdorica la Commissione d’inchiesta regionale, presieduta dal capogruppo leghista in Consiglio Sandro Zaffiri, aveva concluso i lavori nel settembre 2018. Aveva ravvisato, secondo quanto scritto nella relazione e letto in aula dallo stesso Zaffiri, “un quadro di obiettiva incapacità gestionale aggravata da una sostanziale assenza di direzione e controllo da parte dell’azionista di maggioranza (la Regione; ndr) che almeno dal 2008 fino a tutto il 2015 si è limitato a deliberare continui esborsi di denaro pubblico“. A otto mesi di distanza da quelle conclusioni della Commissione, la Procura aveva iscritto il procedimento di cui solo oggi si è venuti a conoscenza con la richiesta di proroga indagini.

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