Dal 2017 torna in Italia lo sport più veloce al mondo non motorizzato

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FANO – Li chiamano uomini proiettili, li chiamano uomini falchi, sono gli atleti più veloci al mondo non motorizzati: la Speed è una disciplina del paracadutismo diffusa a livello internazionale, dove le velocità raggiungono punte da brivido, come i 557,57 chilometri orari raggiunti dallo svizzero Marco Wiederkehr al record del mondo 2015.
Dopo un buon esordio in Italia nel 2002 (record del mondo femminile dell’italiana Lucia Bottari con una media di 432,12 km/h), la disciplina è stata finalmente rilanciata dalla scuola di paracadutismo Skydive Fano. I migliori atleti provenienti da vari Parsi, 14 in tutto di cui 3 italiani, si sono sfidati in caduta libera, posizione head down – a testa in giù – lo scorso fine settimana per la prima tappa del circuito promosso dall’International Speed Skydiving Association (ISSA), articolato su tre tappe: le prossime si svolgeranno in Germania e Svezia. Podio tutto austriaco con in testa Alexander Diem e una media personale di 466,85 km/h. Primo degli italiani il 28 Simone Bonfanti, giovanissimo anche rispetto all’attività paracadutistica (ha 346 lanci all’attivo), alla sua prima esperienza di Speed si è classificato decimo con 369,19 km/h di media. Dodicesimo il rappresentante della scuola fanese Teodor Ionescu con 339,30 km/h.
Un’occasione importante, al di là dei risultati e dei numeri ragguardevoli, perché sono stati formati negli stessi giorni i giudici nazionali che potranno dal 2017 valutare la specialità e assegnare il titolo italiano.
Appuntamento quindi alla prossima primavera sempre nei cieli fanesi con i proiettili del cielo versione tricolore.

Speed skydiving
Nel paracadutismo, già lanciandosi in caduta libera in posizione di stabilità – cosiddetta box position – paralleli al terreno, la velocità terminale raggiunge circa i 200 km/h.
Nella Speed, la posizione perpendicolare al terreno – head down (a testa in giù) porta la velocità terminale ad oscillare tra i 240 e i 290 km/h, in base alla massa e alla posizione tenuta. Per aumentare rispetto a questa è importante la gestione del corpo in caduta libera, per minimizzare il coefficiente di resistenza fino a creare un vuoto d’aria, una sorta di tunnel, attorno al corpo che viaggia così proprio come un proiettile.

Foto:
Il gruppo degli atleti di Speed
Il podio
Due esempi di caduta libera in head down position

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