Dal 1347 ai nostri giorni. Il Carnevale più antico d’Italia raccontato nel libro di Enrico Tosi

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FANO – Una tradizione, una raccolta dettagliata di una storia lunghissima e la voglia di raccontarla in un libro intitolato: “Il Carnevale di Fano, Storia e Cronaca”.
È il libro scritto da Enrico Tosi, docente di lettere, salernitano di origine, ma con la famiglia paterna marchigiana ed una peculiarità: sin da giovane interessato alla grande manifestazione culturale del Carnevale.
È con questo spirito, con tanta passione, minuziose ricerche e quindici anni di studi che, nella ricorrenza dei centocinquanta anni dalla fondazione dell’Ente Carnevalesca, Tosi vuole testimoniare la nascita, l’importanza e l’evoluzione della nostra tradizione Carnevalesca attraversando otto secoli di storia della città fanese.
Il libro, già presentato lo scorso giugno a “Passaggi Festival” e da ieri consegnato e messo a disposizione della città, rappresenta l’orgoglio del nostro enorme patrimonio culturale; una raccolta di idee, di informazioni tramandate da generazioni di concittadini.
Il testo, arricchito da numerose fotografie, articoli di giornali dell’epoca, poesie e documenti, è composto da due volumi: il primo che raccoglie gli anni 1347 – 1940 e il secondo che va dal 1943 al 2017.
Quella del Carnevale tra i più antichi d’Italia è una storia risalente, secondo i primi documenti che riguardavano l’allestimento del “Palio Carnevale” al 1347, anche se lo storico Vincenzo Nolfi attribuiva la sua nascita nel momento della riconciliazione tra la famiglia guelfa Del Cassero e quella ghibellina Da Carignano, citate da Dante nella Divina Commedia.
Nato come evento che si teneva a teatro per “pochi eletti”, è poi diventato dai primi dell’Ottocento aperto a tutti.
A seguire in quegli anni l’introduzione delle prime maschere, dei carri e della musica. Questo periodo rappresentava una sorta di trasgressione soprattutto femminile verso la chiesa e il governo. In particolare il getto dei confetti era un modo per attirare le attenzioni ed i corteggiamenti degli uomini.
Un evento continuativo oltre ad essere antico, radicato nel nostro territorio e sopravvissuto negli anni nonostante le guerre e le pestilenze.
Nato grazie alla collaborazione del Comune di Fano, della Banca di Credito Cooperativo, della Fondazione Carifano, dell’Ente Carnevalesca, del Rotary Club e della Fondazione Cante di Montevecchio, il libro è un mezzo per ricordare e tramandare la nostra identità storica e culturale; un orgoglio per tutta la collettività fanese.
Soddisfatto il sindaco di Fano Massimo Seri che afferma: “Questo volume è un tesoro straordinario per la città che ogni fanese non può non avere nella propria biblioteca”.
E ricordiamoci che “Il Carnevale di Fano è una cosa seria”, come sosteneva con forza il professor Alberto Berardi, anima di questa manifestazione così come il padre Enzo, che si era prodigato per tutta la vita alla sua divulgazione in tutte le sue forme e i suoi linguaggi in tutta Italia.

Cristiana Guerra

 

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