Corte d’Appello riduce la pena a Don Ruggeri. 1 anno e 11 mesi di reclusione

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FANO – Questa mattina si è discusso ad Ancona il ricorso in appello di don Giacomo Ruggeri – il sacerdote di Fano condannato in primo grado dal giudice Di Palma a 2 anni e 6 mesi di reclusione per atti sessuali nei confronti di una tredicenne della sua parrocchia. La Corte ha accolto integralmente il ricorso, riformando la sentenza di primo grado emessa nel dicembre scorso e condannando Don Giacomo Ruggeri alla diversa pena di 1 anno, 11 mesi e 10 giorni di reclusione, riconoscendo l’applicazione – come richiesto dal difensore Avv. Gianluca Sposito – dell’ipotesi attenuata e della pena sospesa. “La decisione dei giudici di appello è assolutamente adeguata al caso di specie” – ha dichiarato l’avvocato Sposito -, esprimendo piena soddisfazione per la riduzione della pena.

Pena ridotta in appello per don Giangiacomo Ruggeri, l’ex portavoce del vescovo di Fano arrestato nel 2012 per aver compiuto atti sessuali su una tredicenne sua parrocchiana, scambiando con lei effusioni in spiaggia, sotto gli occhi del bagnino, che poi chiamò la  polizia. In primo grado il sacerdote, che oggi ha 46 anni, era stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione. La Corte d’appello di Ancona ha accolto il ricorso del difensore, l’avv. Gianluca Sposito, condannando l’ex parroco di Orciano a un anno, 11 mesi e 10 giorni di reclusione. Al prete i giudici hanno riconosciuto l’ipotesi attenuata e la sospensione della pena.  Soddisfatto l’avv. Sposito, per una decisione a suo avviso ”assolutamente adeguata al caso di specie”. Don Ruggeri (tuttora sacerdote, anche non può celebrare in pubblico) è tornato a vivere  nel Fanese dopo un periodo di lavoro a Roma, presso una mensa per i poveri.

‘Don Server’, come lo chiamavano iragazzi di Fano, era direttore della web tv diocesana e assistente spirituale delle scout Scolte, oltre che parroco di Orciano, un paese di duemila abitanti, dove vive la minorenne.
Subito dopo l’arresto, mons. Armando Trasarti lo aveva sospeso da ogni incarico pastorale, esprimendo pubblicamente ”sconcerto  e dolore” per la gravità del fatto e ”piena solidarietà” alla vittima. Dopo 44 giorni in carcere e 4 mesi agli arresti domiciliari don Ruggeri era stato per un periodo in un convento,  poi a Perugia (come addetto alla biblioteca della Diocesi) e infine a Roma. Durante l’inchiesta, la tredicenne era stata
ascoltata dai pm in un’audizione protetta, assistita da una  psicologa. Per l’avv. Sposito, quella fra la quasi-bambina e il suo educatore era una sorta di ”relazione affettiva privilegiata, un rapporto bilaterale, nonostante la differenza d’età”. Una versione che aveva scatenato le proteste di molte associazioni e gruppi femministi. Ruggeri e la minorenne erano stati ripresi il  10 e 12 luglio 2012 dalle telecamere nascoste della polizia
mentre si scambiavano baci e carezze sotto un ombrellone e nel mare di Torrette a Fano.  ”Accetto le decisioni della giustizia” aveva detto il  sacerdote subito dopo la sentenza di primo grado emessa con ilrito abbreviato  al Gup di Pesaro il 3 dicembre 2013. “Mai, in nessun modo, ho avuto nell’animo e nei gesti altri sentimenti che non fossero un affetto sincero”, anche se è vero che “in quello che è accaduto ho confuso il modo di esprimere questo affetto”.

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