Coronavirus, Vescovo di Macerata: non si può smettere di vivere, lavorare, studiare e pregare

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“Adottare sagge precauzioni per contenere il contagio è importante e buono, ma non si può smettere di vivere solo perché si coltiva l’illusione di vivere più a lungo. Non si può smettere di lavorare, di studiare, di pregare e di incontrare gli altri se non ci sono motivi gravi e ben provati”. E’ il messaggio di “fede e ragione” del vescovo di Macerata Nazzareno Marconi per l’emergenza Coronavirus. “Tutti dovremo morire – ammonisce -, ma oltre la morte ci attende la vita eterna. Questa è la nostra fede. Oggi molti pensano invece che la morte sia la fine di tutto e che medicine e progresso la ritarderanno tanto da renderci quasi immortali. La celebrazione delle Ceneri – ricorda mons. Marconi – ci ripete: ‘Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai’, un annuncio che non va interpretato come terroristico, è solo realistico e razionale”

La fede ci insegna a guardare alla morte con lo sguardo positivo di San Francesco – aggiunge il presule -: ‘Lodato sii mio Signore per la nostra sorella morte corporale, dalla quale nessun essere umano può scappare'”. Mons. Marconi osserva che “le persone che hanno incarichi di responsabilità” tendono a “decidere sempre per la scelta più drastica e di tutela, per non assumersi rischi e responsabilità. Questo non è onesto verso la società”. E – sottolinea – è proprio ciò che già sperimentiamo nel caso della ricostruzione post-sisma, dove spesso si rallentano le pratiche perché nessuno vuol prendersi il rischio di firmare, anche se è pagato proprio per questo. Non si tratta solo di singoli, ma è un modo di fare che si diffonde molto più del virus e non porta certo al progresso ed alla crescita del lavoro e del benessere”. “Il cattolicesimo – conclude il vescovo di Macerata – ha contribuito moltissimo allo sviluppo della nostra civiltà, perciò quanto più ci allontaniamo da questo stile di vita credente e razionale, tanto più faremo crollare le fondamenta del nostro vivere civile e sano”.

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