Bar e ristoranti, allarme di Confesercenti: “In troppi non riapriranno”

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PESARO – Troppo lontano il 1 giugno per bar e ristoranti, il rischio è che molti non riescano a riaprire. A lanciare l’allarme è la Confesercenti di Pesaro e Urbino che tasta quotidianamente il polso degli associati e percepisce la preoccupazione della categoria: “Occorre coniugare l’esigenza di difendere la salute con quella di ripartire –spiega Pier Stefano Fiorelli presidente Confesercenti di Pesaro Urbino- a livello nazionale e a livello locale Confesercenti è pronta a firmare anche protocolli di sicurezza aggiuntivi se questi potranno servire per permettere a ristoranti e pubblici esercizi di riaprire in tempi più brevi rispetto alla data del 1 giugno, fissata dall’ultimo decreto. Se tutto rimarrà così rischiamo un crollo del settore”.

“L’ordinanza regionale che dal 27 aprile consente l’asporto per ristoranti, gastronomie, pizzerie e pubblici esercizi abilitati – prosegue Giorgio Bartolini direttore provinciale Confesercenti – è stato un primo passo, importante perché ha anticipato le misure nazionali, allineandosi a quanto già deciso da altre regioni, ma che non può bastare a risolvere una situazione drammatica. Serve una ripartenza reale e servono aiuti concreti per alleggerire i costi aziendali: una robusta decontribuzione per chi torna a lavorare, procedure più snelle per accedere al microcredito agevolato, adempimenti fiscali e contributivi annullati o almeno sospesi fino al 2021 e affitti calmierati attraverso il riconoscimento di un credito d’imposta ai proprietari, dal momento che il credito di imposta riconosciuto alle aziende – parziale e solo per il mese di marzo – non consente loro un immediato risparmio sul canone”.

“Servirà anche prevedere la completa defiscalizzazione dei dispositivi di protezione individuale –continua Fiorelli- e contributi per favorire il processo di digitalizzazione dei piccoli negozi. Va anche considerato il mancato apporto che arriverà nei prossimi mesi dal turismo che resterà purtroppo fermo più a lungo rispetto ad altri settori. Anche qui servirà a livello nazionale la previsione di un fondo speciale e a livello territoriale, così come abbiamo già richiesto alla Regione, interventi immediati e post emergenza”.

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