FANO – Il Consiglio regionale ha approvato la mia mozione in difesa della carne marchigiana. Gli allevatori della nostra regione vanno tutelari dalla campagna di disinformazione sui rischi legati al consumo di carne rossa” ; dichiara Mirco Carloni capogruppo regionale di Area Popolare dopo l’approvazione unanime della sua mozione e dopo i pubblici ringraziamenti ricevuti dell’assessore Anna Casini per il documento proposto.
“Gli allarmi ingiustificati – prosegue Carloni – che hanno seguito lo studio dell’Oms sulla relazione tra tumori e consumo di carne rossa rischiano di produrre un grande danno alla nostra economia basti pensare che nelle Marche il valore della produzione è di circa 300 milioni di euro, un quarto del totale agricolo e coinvolge circa 13mila persone. Per questa ragione andava fatta chiarezza. Gli stessi esperti IARC che hanno inserito le carni rosse e lavorate fra le sostanze che possono causare il cancro negli uomini invitano alla moderazione e non all’allarmismo e specificano che il rischio è legato all’eccessivo consumo, alla qualità del prodotto e al tipo di cottura. In particolare e’ la presenza di nitrati, nitriti, conservanti oltre all’essicazione e all’affumicamento a portare alla formazione di agenti chimici pericolosi e cancerogeni per tutti i cibi”.
“Con una cattiva e parziale informazione si rischia di mortificare anni di sforzi e di investimenti sulla qualità fatti dagli allevatori della nostra Regione che hanno portato alla realizzazione di prodotti di eccellenza con ben 2 carni DOP (prosciutto di Carpegna e salame alla cacciatora) e 3 IGP ( del Ciauscolo, del Vitellone Bianco dell’Italia Centrale e dell’agnello del Centro Italia) . Le nostre carni sono sane, magre e soprattutto non trattate con ormoni, a differenza di quelle di altri paesi, in particolore extraeuropei, e sono ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali. Gli stessi salumi, che nel nostro territorio vedono tante eccellenze, dal salame di Fabriano, al ciauscolo, al prosciutto di Carpegna, vengono prodotti seguendo una prassi di lavorazione di tipo “naturale”. Gli allevatori marchigiani meritano il nostro sostegno, e soprattutto – conclude Carloni – meritano che la Regione metta in campo tutto l’impegno necessario per tutelare e promuovere la qualità del loro lavoro che in tanti anni di sacrifico ha portato alla creazione di vere e proprie eccellenze nel settore agroalimentare”.