Sanità: Fp Cgil a Ceriscioli, è emergenza precariato

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ANCONA – “Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza venutasi a determinare con un ricorso indiscriminato ai contratti a tempo determinato che si inserisce in un quadro di condizioni di lavoro degli operatori della sanità marchigiana pesantemente peggiorate in questi ultimi anni”. E’ la risposta di Alessandro Pertoldi, segretario regionale di Fp Cgil Marche, al presidente della regione e assessore alla Sanità Luca Ceriscioli. “Nel solo 2016 – sostiene Pertoldi – l’Asur Marche ha stipulato 1.235 contratti di lavoro a tempo determinato così suddivisi: Area Vasta 1 Pesaro Urbino 178 contratti; Area Vasta 2 Ancona 635 contratti; Area Vasta 3 Macerata 113 contratti; Area Vasta 4 Fermo 136 contratti tempo a determinato; Area Vasta 5 Ascoli Piceno 173 contratti”. “La ‘questione precari’ – insiste – rappresenta oggi una vera e propria emergenza all’interno della sanità marchigiana sia per le persone che si trovano nella condizione di instabilità lavorativa sia per i servizi sanitari che vengono assicurati ai cittadini con l’apporto fondamentale di questi lavoratori. L’art. 20 del D.Lgs. n. 75 del 2017, noto come Decreto Madia, ha introdotto misure volte al superamento del precariato. Le nuove disposizioni fanno seguito all’accordo Governo-Sindacati del 30 novembre 2016”. “Dobbiamo lamentare – afferma Pertoldi – che siamo ancora in attesa di conoscere dalla Regione il piano delle stabilizzazioni, mentre non è stato ancora completato il programma di superamento del precariato riferito alla precedente normativa ed avviato, ma ad oggi non ancora completato, con la Delibera della Giunta Regionale n. 247 del 2016. Nel frattempo – seguita il segretario della Fp Cgil – chiediamo alla Regione di assumere i necessari provvedimenti al fine di prorogare tutti i contratti a tempo determinato in essere fino a conclusione delle procedure di stabilizzazione. Per il futuro invece – conclude -l’iniziativa sindacale di contrasto al precariato ha prodotto un importante risultato attraverso il recente rinnovo del contratto nazionale che ha posto un tetto massimo nell’utilizzo dei contratti a tempo determinato”

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