FANO – “Le generiche rassicurazioni dei vertici Saipem non chiariscono assolutamente i dubbi avanzati dai lavoratori”. Torna a chiedere chiarimenti al governo sul futuro dell’azienda l’on. Lara Ricciatti (Sinistra Italiana).
Nel corso dell’audizione dei vertici Saipem dello scorso 17 novembre, in commissione congiunta Attività produttive della Camera e Industria del Senato, la deputata di Sinistra Italiana esprimeva nuovamente preoccupazioni riguardo al piano degli esuberi di 8.800 persone, annunciato dall’azienda nel mese di luglio. Il Presidente Colombo e l’ad Cao hanno ribadito che “non ci saranno impatti significativi sull’occupazione italiana e in particolare a Fano, un centro di eccellenza ingegneristica di primaria importanza per lo svolgimento di tutte le attività di Saipem nel mondo, assolutamente da preservare”, e che “il giacimento giant Zohr, presente nelle acque del Mediterraneo davanti all’Egitto, è stato scoperto da Eni grazie all’attività della nave Saipem 10000. L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha ripetutamente affermato in occasioni pubbliche che, al fine di ottenere l’avvio accelerato della produzione entro la seconda metà del 2017, le competenze Saipem saranno importanti nello sviluppo di tale giacimento. Saipem non può che augurarselo”.
“Risposte che tendono a rassicurare – osserva Ricciatti – ma di fatto non sciolgono i tanti dubbi legati alle strategie generali sia di Saipem che di Eni, che vedono un forte ridimensionamento, oltre che nel settore della progettazione, in quelli della cosiddetta ‘chimica verde’ e delle filiere di estrazione e raffinazione, con un azzeramento degli investimenti in alcune importanti filiere. Dubbi sollevati in maniera chiara anche dalle organizzazioni sindacali, che il prossimo 5 dicembre si incontreranno in assemblea nazionale a Roma alla presenza dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil”.
La deputata di Sinistra Italiana è, pertanto, tornata a chiedere al ministro dello Sviluppo economico se le scelte strategiche annunciate dai vertici delle società Eni e Saipem siano coerenti rispetto alle determinazioni di politica industriale stabilite dal Governo, sopratutto in ordine agli investimenti in Italia, e in caso contrario come si ritenga intervenire.