Saipem, centinaia di posti di lavoro a rischio: iniziato lo sciopero e il presidio davanti alla sede fanese

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FANO – Come annunciato, è’ iniziata la protesta dei sindacati Filcem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec, Rsu Saipem Fano. Preoccupa il processo di vendita di una società che risulta essere un’eccellenza nel settore dell’ingegneristica in tutto il mondo e che impiega oltre mille persone nel solo territorio di Pesaro-Urbino.
Presenti le istituzioni locali, tra cui il sindaco di Fano Massimo Seri, l’On. Lara Ricciatti (Sel) e si attende l’arrivo del parlamentare del Movimento cinque stelle Andrea Cecconi. “Un intervento forte nazionale è quello che ci si attende – hanno affermato i grillini – affinché lavoratori e cittadini siano rassicurati in merito a paletti ben precisi che lo Stato può e deve fissare nell’ambito della ormai probabile cessione a terzi di SAIPEM, essendo lo Stato tra l’altro ancora socio di riferimento di ENI con oltre il 30% delle azioni possedute attraverso il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Cassa Depositi e Prestiti.

Sul ciglio della strada stanno distribuendo un foglio con su scritte le motivazioni e l’obiettivo che si danno con lo sciopero e il presidio:

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“In seguito all’assemblea con i lavoratori della Saipem di Fano, che si è svolta giovedì 13 novembre, ed ha visto un’altissima partecipazione dei lavoratori presenti e un dibattito serrato e sui problemi che riguardano il destino di tutti i lavoratori della Saipem di Fano, l’assemblea ha deciso l’adesione allo sciopero del 20 novembre 2014 dalle 08.25 alle 10.25 e l’indizione di un presidio nelle due ore di sciopero, nell’area antistante l’ingresso alla Saipem di Fano. Nella stessa giornata sciopereranno anche i lavoratori delle altre sedi in tutta Italia.”

“Prima di questa decisione i sindacati di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec nazionali, hanno tentato una conciliazione al ministero del Lavoro con l’intento di scongiurare la volontà dell’ENI (azionista di maggioranza della SAIPEM) di cedere il controllo dell’azienda ad operatori esteri, indebolendo con ciò la capacità industriale della società SAIPEM. Questa scelta se confermata produrrà pesanti e negative ripercussioni sul sistema industriale del nostro Paese e con pregiudizio per il mantenimento di una occupazione altamente qualificata e riconosciuta in tutto il mondo per la sua specifica professionalità. Il sindacato, le Rsu e i lavoratori Saipem ritengono necessario e urgente l’intervento del Governo, affinché l’ENI ripensi il suo modello industriale, oggi finalizzato, secondo noi, ad un esclusivo rendiconto finanziario, abbandonando con ciò la sua tradizionale vocazione industriale che è stata alla base in tutti questi anni del suo successo sia in campo nazionale che linternazionale, con il fine di sbloccare una situazione che penalizzerebbe pesantemente una delle migliori aziende nazionali. Questo e’ l’obiettivo che ci siamo dati con lo sciopero ed il presidio del 20 novembre.”

FILCTEM – FEMCA – UILTEC – RSU
SAIPEM FANO

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