Rivedersi dopo 60 anni alla scuola Corridoni di Fano – VIDEO

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FANO – Allora dove eravamo rimasti? Lì fissati in quella immagine della primavera del ’58, nel cortile della scuola elementare Corridoni, classe seconda A. La tenevamo quasi tutti o la
ricordavamo quella foto che ci ritraeva disposti su tre file di dieci, il colletto bianco e il grembiulino nero, il giornalino “La via migliore” nelle manine, la figura dritta e larga del
Maestro dietro e sopra le nostre teste già curiose e affamate di vita, quella che ognuno avrebbe poi vissuto a modo suo. Ebbene si, lo abbiamo fatto. Ci siamo rivisti, 60 anni dopo, davanti alla stessa scuola: non ci siamo riconosciuti tutti e subito, qualcuno ci ha lasciato per sempre, altri sono tornati da fuori, uno lo stiamo ancora cercando, ognuno un po’ diverso ed eguale solo per l’età.
La Direttrice, nella parte della nuova Maestra, ha fatto l’appello nella stessa alula di allora, oggi dotata di lavagna luminosa con tanto di messaggio beneaugurante e noi con un “presente” ci siano levati dai banchi, ahimè questi diversi, senza pennino e inchiostro, ove d’incanto avevamo recuperato accoppiamenti, posture e memorie. L’ingresso in aula del primo cittadino ci ha colti rumorosi e vocianti ma poi ci siano ricomposti come quando si annunciava la visita del Direttore…Non poteva mancare la foto di rito, quella del cortile, e allora ci siamo rimessi su tre file, tenendo le stesse posizioni e provando a colmare i vuoti.
Al ristorante Mare, fra una portata e l’altra di pesce, ci siamo annusati, guardati, ascoltati, raccontati come chi si conosce da sempre e si è solo perso per un po’ di vista negli anni; e
abbiamo scoperto che c’è chi affronta “discese ardite e risalite” fra abissi marini e vette montane, chi ritorna a suonare e scriver testi come un tempo, chi tiene ancora un piede sinistro “alla Corso”, chi ha giocato in una prima vita da “terzino” e poi da “interno”, chi prova a giocare ancora un’altra partita, chi non smette mai di giocare la stessa, chi non sa dimenticare di esserci stato a Genova quei giorni del G8, chi ha provato a fare il chitarrista rock, chi continua a dipingere per se’ e chi è nato ingegnere e così la sua progenie… e tutti alla fine a prenderci per mano e toccarci e abbracciarci. Non sappiamo distaccarci, siamo
un po’ provati e forse in balia di emozioni inattese: abbiamo promesso di rivederci da qui all’eternità e tutte le volte che ci incontreremo ci chiameremo per nome e non per cognome come allora….siamo divenuti intimi ora.

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