Ricci: «Con il sì alla fusione decuplichiamo gli investimenti nel 2016»

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PESARO – Non ne fa mistero. «Saranno due settimane decisive», ammette Matteo Ricci, entrando al teatro Sperimentale. L’occasione è la presentazione dei nuovi servizi on-line del Comune per le pratiche edilizie. Ma davanti agli ordini professionali riuniti in plenaria (ingegneri, architetti, geometri), al di là della «semplificazione» e del «risparmio portato dall’innovazione, che di questi tempi vale oro», il sindaco vira sullo stato d’animo quotidiano: «Siamo in dirittura d’arrivo. Abbiamo due grandi opportunità, da qui a metà dicembre, che potrebbero cambiare il volto della città». Il riferimento è allo sblocco delle risorse per gli investimenti, «soldi dei pesaresi, fermi da anni per il patto di stabilità. Su un bilancio di 95 milioni, siamo arrivati a 39 milioni di avanzo nell’ultimo assestamento». La prima via per liberarne una fetta può essere la legge di stabilità: «La proposta di legge, già approvata in Senato, arriverà il 14 dicembre alla Camera. Pesaro ha contribuito a scrivere il testo. Se il contenuto rimarrà così saranno disponibili, in totale, 3 miliardi per i Comuni italiani virtuosi. Cifra da destinare ai lavori su strade, scuole, piazze, ciclabili, manutenzioni». A questo, tuttavia, il Comune può abbinare la carta del referendum sulla fusione Pesaro-Mombaroccio, in programma il 13 dicembre: «Non è desiderio di conquista: i piccoli Comuni non stanno in piedi. E così si creano realtà più forti e meno costose. Il bilancio di Mombaroccio è di tre milioni. Con la fusione il risparmio sarebbe di mezzo milione solo per l’ottimizzazione organizzativa». Dall’operazione, altri vantaggi: «Sicuramente un milione e mezzo all’anno, per 10 anni, come contributo statale. Ma probabilmente saranno il doppio – sottolinea Ricci – se passerà il nostro emendamento». Per cui, osserva, «se l’ipotesi andrà in porto, nel 2016 decuplichiamo gli investimenti. Passando dai due milioni e mezzo ordinari all’anno a ben 25 milioni. Una botta incredibile per l’economia locale». Lavori subito cantierabili, «tant’è che in calendario abbiamo messo da qui a fine anno 24 gare». L’obiettivo, ripete, è «dare il nostro contributo alla ripartenza del comparto delle opere pubbliche. Ci giochiamo parecchio: se la legge di stabilità si vota a Roma, la partita del referendum è nelle nostre mani. E votano anche i pesaresi. Compresi quelli che si lamentano delle buche…».

Edilizia. Resta la pubblica amministrazione da rendere «più rapida e veloce, anche per lo Sportello unico edilizia e per lo Sportello unico attività produttive». Dice l’assessore Stefania De Regis: «Con la presentazione delle pratiche on-line (dal primo dicembre per il Sue, da marzo per il Suap) l’istruttoria è velocizzata. La pratica sarà ordinata automaticamente: più immediata la ricerca della documentazione e dei grafici». Non solo: «La verifica degli allegati diventa automatica: la farà il programma con un risparmio di almeno almeno tre ore di lavoro. E i tempi della protocollazione della pratica, dalla presa in carica da parte dell’amministrazione all’ufficio per la istruttoria, passeranno dagli attuali venti giorni a due. Che saranno al massimo quattro giorni nel caso di pratiche presentate il venerdì. La richiesta delle integrazioni, prima causa del ritardo nella chiusura delle istruttorie, diminuirà progressivamente». Digitale anche l’archiviazione, «e per i professionisti, applicando l’autocertificazione per tutto quanto è consentito dalla normativa, sarà possibile un diretto autocontrollo della pratica». Ancora De Regis: «La volontà è dare impulso alla nuova modalità di presentazione delle pratiche on-line. Ecco perché a queste saranno applicati gli attuali diritti di segreteria. Mentre dal primo dicembre, per le pratiche cartacee, i diritti saranno raddoppiati». Nota Giorgio Fazi, presidente dell’ordine degli ingegneri: «Si crea un canale specializzato tra enti e professionisti. Una conseguenza non trascurabile è ‘l’apertura h24’: speriamo che l’esempio del Comune apra la strada per altri enti». Infine: «La fusione e l’accorpamento tra piccole realtà comunali sono possibilità per le piccole comunità con risorse modeste ed organici ridotti. Anche per l’acquisizione di sistemi a vantaggio dei cittadini».

Ordini

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