Quante probabilità di vincere alla lotteria? Un matematico lo spiega agli studenti del Torelli

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“Dio non gioca a dadi” diceva Einstein… ma molti altri sì. La domanda è: si vince davvero col gioco d’azzardo? Attraverso “la scienza dei dadi” lo spiegherà Nicola Arcozzi, matematico dell’Università di Bologna agli studenti del liceo Scientifico Torelli di Fano (PU). Titolo: La scienza dei dadi. Dalla teoria delle probabilità alla (dis)informazione.
L’incontro fa parte del ciclo “La Scienza a scuola”, realizzati da Zanichelli. Un tour didattico di 170 incontri in 130 scuole d’Italia, in cui personalità del mondo scientifico, scrittori e divulgatori andranno negli istituti superiori a spiegare ai ragazzi le ultimissime novità della scienza.
Da più di 150 anni impegnata nella didattica scolastica e nella divulgazione scientifica, la casa editrice, con questa iniziativa, ha voluto dare un importante stimolo agli studenti: l’occasione di acquisire conoscenze su argomenti affascinanti e di stretta attualità, direttamente dagli “addetti ai lavori”. Dai terremoti alle onde gravitazionali, dai viaggi nel tempo alla genetica.
Obiettivo dell’ incontro è di considerare alcuni concetti e temi di probabilità e statistica dal punto di vista del gioco d’azzardo. In più l’analisi critica di alcuni comuni giochi d’azzardo (le slot per esempio, o la lotteria), mettendo in rilievo anche la fallacia di gran parte di ciò che viene detto al riguardo in diversi circuiti informativi (media, social). La probabilità nasce proprio dall’interesse di scienziati appassionati d’azzardo (come Girolamo Cardano) o frequentatori di luoghi in cui si giocava d’azzardo. I giochi d’azzardo devono infatti soddisfare alcuni prerequisiti ideali, che diventano poi concetti di base della probabilità: due giocatori di dadi devono avere a priori le stesse probabilità di vincere o perdere; ogni lancio di dadi fa storia a sé; le poste di gioco devono essere stabilite in maniera equa per tutti i giocatori, tenendo conto del fatto che le chance di alcuni tipi di scommessa sono maggiori/minori di quelle di altri tipi. Si ritrovano spesso nella letteratura scientifica allusioni al gioco d’azzardo, “Dio non gioca ai dadi” di Einstein ne è un esempio. Succede anche che, per rendere intuitiva un’applicazione della probabilità a un modello fisico, si interpreti quel modello come un gioco d’azzardo, che viene considerato in qualche modo più noto al lettore di un fenomeno fisico.

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