FANO – Da diversi mesi i carabinieri del nucleo operativo di Fano erano sulle tracce di tre magrebini che spacciavano eroina a Gimarra, alla stazione ferroviaria e in via del Moletto, a pochi passi dal litorale e dal lungo fiume Arzilla. L’eroina veniva acquistata in Campania, portata a Fano, tagliata e immessa sul mercato. All’arrivo della merce i tre avvisavano i tossicodipendenti del luogo e della provincia che si riversavano sulle piazze di spaccio.
Ad un certo punto, però, all’interno del gruppo nascono dei dissapori. Due magrebini non si fidano più del terzo: ha iniziato ad iniettarsi troppa eroina e per far tornare i conti deve tagliarla pesantemente. I clienti si lamentano per la scarsa qualità o accusano malori fino all’overdose. I due si separano dal terzo che si mette in proprio. Quest’ultimo, conosciuto come “lo sporco” viene arrestato dai carabinieri per aver rapinato una ragazzina nella stazione ferroviaria mentre stava prestando dei soldi ad un’amica che aveva acquistato eroina.
Le fibrillazioni del gruppo e l’arresto del “lo sporco” interrompono momentaneamente il flusso di eroina. Passano poche settimane e ricomincia il commercio. I due riprendono il treno, si recano in Campania e ritornano con il carico. Durante l’ultimo viaggio i carabinieri controllano i due alla stazione ferroviaria di Fano provenienti dal sud Italia. Vengono perquisiti ma della droga nessuna traccia. Il possesso di telefoni cellulari ai quali erano state tolte batterie e schede sim insospettiscono i militari. Ipotizzano si tratti di accorgimenti elusivi.
Non si danno per vinti e fanno sottoporre i due ad esame radiologico presso l’ospedale di Fano. L’esito dell’esame dà ragione ai carabinieri: nelle cavità addominali sono presenti alcuni corpi estranei verosimilmente ovuli contenenti eroina. Ricoverati presso l’Ospedale S. Salvatore di Pesaro, attrezzato in tal senso, in più soluzioni i due evacuano complessivamente sei ovuli contenenti circa 260 grammi di eroina che tagliata ed immessa sul mercato avrebbe fruttato poco meno di 45mila euro.
I due, S. M. 50enne e A. M. 33enne, sono stati tratti in arresto in flagranza di reato per possesso ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e, terminata l’evacuazione, sono stati condotti in carcere. L’udienza di convalida si è tenuta direttamente in ospedale.