Ospedale unico, Bene Comune: “Un finale già scritto”

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FANO – “Assistiamo sulla situazione della sanità ad un finale già scritto ormai da molto tempo molto di più di quanto risulta dal dibattito aperto in questi ultimi mesi.
Una storia lunga che a partire dall’inizi degli anni ’90 ha visto un progressivo depauperamento della qualità delle prestazioni e dalle scelte di alcuni dirigenti di “strategici” reparti dell’Ospedale S.Croce. Proseguito poi con la progettazione e costruzione, per altro solo 20 anni fa, di un nuovo padiglione assurdo con chiare carenze strutturali, di “cartone” ( le pareti son davvero in carton gesso!), con i locali dove sarebbero dovute essere allocate le nuove sale operatorie subito allagati ed inagibili. Con l’ennesimo spreco (38 milioni di euro sigh!), di denaro pubblico?
A questo poi va aggiunta la inesistente organizzazione, il progressivo smantellamento del poco che era stato fatto e il conseguente impoverimento dei Distretti sanitari, servizi territoriali capaci, se funzionanti, di essere i veri terminali del rapporto di prevenzione e cura con i cittadini. Per cui quel poco che oramai resta del “nostro” Ospedale è ritenuto dai nostri cittadini l’unico punto di riferimento per un bisogno di salute. Oggi che sentiamo sempre più forti e insistenti le “voci” che anche questa ultima risorsa del nostro territorio verrà ulteriormente ridimensionata (se non eliminata), i fanesi provano delusione e amarezza più che comprensibili.
Ma l’elemento più problematico è l’assoluta mancanza di progettazione su tutto l’assetto della sanità del nostro territorio e sulle funzioni di questo fantomatico nuovo Ospedale descritto in questi anni come Ospedale di eccellenza di intensità , ma che in realtà dovrà svolgere più o meno le mansioni dei nosocomi già esistenti. Abbiamo visto in questi anni numerosi ospedali con ristrutturazioni valide e programmazioni sagge e molto rispondenti ai bisogni dei cittadini. Smettiamolo questo balletto ridicolo : una buona sanità non e questione di muri ma è data dalla valorizzazione e dalla qualità degli operatori e dalla tecnologia applicata, da una oculata rete di servizi prossimi ai cittadini e da attenti percorsi prevenzione e riabilitazione.
L’assenza di una rete di “prossimità” alla persona è proprio forse la prima necessità e che sia la causa dell’aumento di molti esami impropri. Parlare di sanità e parlare solo di Ospedale è come pensare di costruire una casa partendo dal tetto prima di costruire le fondamenta, è come parlare del ponte di Messina senza rendersi conto che le strade e le ferrovie per accedervi sono assolutamente disastrate…
Se poi vogliamo parlare del nuovo ospedale ci troviamo davanti ad un trattato di non senso e di contraddizioni. Partiamo dai siti Fosso Sejore e Muraglia, due territori a dichiarato rischio idrogeologico (troppo presto dimenticata la frana che ostruì la Statale Adriatica nel marzo e aprile 2013 per il cedimento dell’”altro muro” di Muraglia) già noti da tempo. Per non dire della questione economica; chi paga, dove sono i soldi, tanti soldi, che ci vogliono?.
Se non fosse che sinistra e destra stanno litigando sulla pelle dei cittadini, la questione sarebbe tutta da ridere. Solo Bene Comune e il Comitato La salute ci riguarda in questi anni hanno evidenziato l’importanza e la priorità dei servizi sul territorio, e solo 5 Stelle e il gruppo di D’Anna si sono opposti all’Ospedale unico. Destra e sinistra invece, dopo aver cambiato versione un numero incredibile di volte, un paio d’anni fa si erano accordati per l’Ospedale unico a Fosso Sejore. Se ora Fano rischia di perdere l’Ospedale, i cittadini se la devono prendere con destra e sinistra che avallando le scelte della Regione hanno aperto la strada alla perdita del nostro Ospedale. Ora si accapigliano per farlo a Chiaruccia e non a Muraglia, ma … chi è causa del suo mal pianga se stesso”.

LISTA CIVICA BENE COMUNE

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