“Operazione Fascette” i Carabinieri di Pesaro arrestano due rapinatori

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PESARO – I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pesaro insieme ai colleghi del Reparto Operativo del Comando Provinciale, al termine di una complessa attività di indagine hanno eseguito nel pomeriggio di ieri due ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di due individui responsabili della rapine all’Ufficio postale di Vallefoglia del 16 Maggio scorso, con un bottino di circa 900,00 euro e alla filiale della Banca Intesa San Paolo di Tavullia, avvenuta il successivo 28 Maggio per un bottino di quasi 25.000,00 euro.
In entrambi i casi i malviventi, a volto scoperto, descritti dai testimoni come uno anziano e l’altro più giovane, dopo essersi fatti consegnare il contante presente in cassa, immobilizzavano i presenti legando loro i polsi dietro la schiena con delle fascette in plastica del tipo di solito utilizzate dagli elettricisti, per poi dileguarsi.
La brillante operazione, che è stata illustrata nella mattinata odierna dal Maggiore Cosimo Lamusta, Comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri di Pesaro, unitamente al Maggiore Patrizia Gentili, Comandante della Compagnia Carabinieri di Pesaro, affiancata dal Capitano Massimiliano Iori, Comandante del Nucleo Operativo della Compagnia, scaturisce dalla febbrile e complessa attività investigativa avviata dai Carabinieri dei due Reparti che, collaborando in perfetta sinergia operativa, effettuavano immediatamente tutta una serie di accertamenti, anche di natura tecnica, sulle scene dei reati , avviando una attività investigativa certosina, analizzando le immagini delle telecamere, ascoltando i testimoni e verificando i cellulari agganciati dalle celle delle zone, con il contributo anche dei militari delle locali Stazioni di Tavullia e Montecchio di Vallefoglia.
Proprio l’attività di sopralluogo tecnico consentiva di rilevare un’importante traccia presso la Banca di Tavullia, dove uno dei malviventi, immortalato dalle telecamere di sorveglianza, nell’atto di scavalcare il bancone per raggiungere la cassaforte, poggiava il palmo della propria mano sulla superficie in legno, lasciando impressa un’impronta che veniva rilevata e debitamente repertata dai militari.
Tale traccia consentiva, attraverso la comparazione effettuata dal RACIS, di individuare il più anziano dei malviventi, G.M. classe 1948, residente a Roma e riconosciuto anche dalle immagini della videosorveglianza.
Veniva quindi sviluppata un’accurata analisi del soggetto, che risultava pluri-pregiudicato per reati di rapina, effettuati con il medesimo «modus operandi» dell’uso di fascette per immobilizzare le vittime, e raccogliendo dati sulle sue frequentazioni e sui suoi movimenti.
Dalle verifiche incrociate delle Banche Dati inoltre si riscontrava la presenza dell’indagato nel territorio di Cattolica (Rn), presso l’officina di un suo parente, che risulta estraneo ai fatti. I Carabinieri iniziavano pertanto una serie di appostamenti in abiti civili al fine di monitorare il soggetto indagato e dopo diversi servizi notavano l’indagato in compagnia di un uomo che, dalla comparazione delle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza della banca, riconoscevano al 100% come il complice più giovane.
Quest’ultimo, identificato in F.R., classe 1982, annovera a suo carico piccoli precedenti di polizia in particolare in materia di violazioni della legge sugli stupefacenti.
L’ipotesi degli investigatori trovava conferma certa quando i Carabinieri procedevano a effettuare l’individuazione fotografica da parte dei testimoni, i quali riconoscevano tutti al 100% i due soggetti come gli autori sia della rapina di Vallefoglia che di quella di Tavullia.
Si evidenzia che i 2 soggetti risultano entrambi residenti a Roma, ma il lavoro svolto dai Carabinieri permetteva di risalire alle dimore temporanee che utilizzavano nel comune di Cattolica, dalle quali agivano convinti di non poter essere individuati, scegliendo inoltre i propri obiettivi tra quelli presenti in piccoli comuni, contando erroneamente su una minore presenza e attenzione delle Forze di Polizia in questi contesti.
Infatti le risultanze investigative di tutta l’articolata e complessa attività d’indagine, coordinata dal Dottor Giovanni NARBONE, PM della Procura di Pesaro titolare delle indagini, delineavano in modo inconfutabile la responsabilità dei due indagati in merito alle rapine, tanto che il G.I.P. del Tribunale di Pesaro, Dott. Francesco MESSINA, accogliendo in pieno la tesi investigativa e ritenendo completo ed esaustivo il quadro probatorio delineato, emetteva a carico degli indagati la misura cautelare della custodia in carcere.
Nel pomeriggio di ieri, 4 luglio 2018, a meno di due mesi dalla prima rapina, con un’azione congiunta effettuata in perfetta collaborazione, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Pesaro, e del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale, dopo un prolungato servizio di appostamento e pedinamento nell’area industriale del comune di Cattolica, localizzavano i due indagati all’interno di un capannone di un’officina recintata con un cancello automatico e approfittando dell’ingresso di un veicolo, si introducevano all’interno e bloccavano gli indagati senza lasciare loro possibilità di fuga.
Nel corso della successiva perquisizione venivano inoltre rinvenuti e sequestrati alcuni indumenti riconducibili alle rapine e delle fascette in plastica già pronte per eventuali altri colpi oltre a circa 1.300,00 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività delittuosa.
I due arrestati venivano condotti presso la casa circondariale di Rimini a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Fondamentale per il buon esito dell’intera operazione, la costante e capillare presenza sul territorio dei Reparti dell’Arma dei Carabinieri ai vari livelli, che ha consentito una rapida ed efficiente raccolta delle informazioni utili all’individuazione dei malviventi e alla loro cattura, dimostrando una volta ancora la capacità di rapida reazione dei Carabinieri anche agli eventi che si verificano fuori dai centri maggiori, presenza e vicinanza che si ripercuotono positivamente sulla sicurezza percepita da parte di quelle comunità.

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