ANCONA – I fidanzati di Ancona accusati dell’omicidio della madre di lei e del ferimento del padre hanno fatto ricorso contro i provvedimenti di custodia cautelare emessi nei loro confronti. Il Tribunale del riesame si riunirà domani per esaminare l’istanza di scarcerazione presentata dal difensore di Antonio Tagliata, il 18enne accusato di aver esploso i colpi di cal. 9X21 che hanno ucciso Roberta Pierini e ridotto in fin di vita Fabio Giacconi. Si sono invece rivolti alla Cassazione, con un ricorso per motivi di legittimità contro il provvedimento restrittivo, i difensori della fidanzata sedicenne di Antonio, gli avv. Paolo Sfrappini e Augusto La Morgia. Tagliata è rinchiuso nel carcere di Camerino, la sedicenne nell’istituto di pena minorile di Nisida a Napoli. Nel frattempo, gli investigatori hanno raccolto la testimonianza di una persona che il 7 novembre scorso si trovava in via Crivelli, il luogo della sparatoria, e ha visto i due fidanzati subito prima e subito dopo l’omicidio. ”I ragazzi arrivano, parlottano sotto casa, e poi salgono nell’appartamento dei genitori di lei”, al numero 9. Il testimone ha sentito anche sette colpi d’arma da fuoco (otto quelli esplosi) rimbombare all’esterno. Dal momento in cui ha visto salire le scale i due ragazzi a quando li ha visti ridiscendere, sono trascorsi ”cinque minuti in tutto”. Antonio e la fidanzata sarebbero poi andati via a passo veloce, ma ”senza correre”. A chiamare i soccorsi furono poi i vicini di casa, ma per Roberta Pierini non c’era più niente da fare.
Antonio Tagliata è comparso stamani davanti al Tribunale del Riesame ad Ancona. ”Sappiamo che sei buono, stai tranquillo!”, gli ha gridato una zia nel cortile del palazzo di giustizia, dove ad attendere il furgone della polizia penitenziaria era presente anche il padre del ragazzo, Carlo Tagliata. Il difensore, l’avv. Luca Bartolini, ha chiesto la scarcerazione di Antonio, detenuto a Camerino, o in subordine gli arresti domiciliari. Al ragazzo, accusato di omicidio volontario aggravato, tentato omicidio e porto abusivo d’arma, vengono attribuiti i pericoli di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove, ma il difensore sostiene che tutti gli elementi di indagine sono già in mano alla procura. La motivazione del delitto inoltre (l’opposizione di Roberta Pierini e del marito Fabio Giacconi alla relazione della figlia con Tagliata) è ”estremamente specifica e circoscritta”, dunque non c’è alcun rischio che il diciottenne torni ad uccidere. Il pm Andrea Laurino ha chiesto la conferma della custodia in carcere. L’udienza è durata mezz’ora, e il Riesame, presieduto da Alberto Pallucchini, si è riservato la decisione.(ANSA).