LUCREZIA – E’ ancora ricoverata in gravissime condizioni all’ospedale di Torrette di Ancona, Selena Cani, la 22enne di Lucrezia che ieri poco dopo le 13, è rimasta vittima di un terribile tamponamento in superstrada, vicino allo svincolo di Lucrezia in direzione Roma. Le sue condizioni, sono apparse subito gravi già ai primi soccorritori. I sanitari del 118 l’hanno rianimata per una ventina di minuti prima di caricarla sull’elicottero. Adesso è in un letto del Reparto di Rianimazione, dove da più di 24 ore lotta tra la vita e la morte. A tamponarla è stato un uomo di 31 anni di Pesaro alla guida di un’Audi A3. La notizia del terribile incidente ha colpito profondamente tutta la comunità locale. Non dà pace l’idea di Selena di rimanere dentro la sua auto, al telefono per chiedere soccorsi, mentre era ferma su quella carreggiata priva di corsia di emergenza. Una ingenuità che le è stata fatale. Sarebbe bastato percorrere qualche decina di metri più avanti per trovare spazio in una piazzola di sosta. Selena, invece, forse per inesperienza o perché spaventata da quella situazione più grande di lei, si è sentita più al sicuro stando in auto seduta al posto di guida, mentre in realtà, in circostanze simili proprio l’auto diventa il posto più pericoloso in assoluto. Molti automobilisti l’hanno schivata, una l’ha centrata sventrando completamente la parte sinistra, proprio dove Selena pensava di essere al riparo. L’auto che gli è piombata addosso come un missile, viaggiava probabilmente a forte velocità, dove il limite in quel tratto di strada, segna i 90 km orari. Il conducente forse avrebbe potuto evitare l’impatto se solo l’avesse notata in tempo. Il perché non l’abbia fatto, si può solo ipotizzare: distrazione (cellulare ?), oppure un impedimento ad effettuare la manovra di sorpasso per il sopraggiungere di un’altra auto da dietro ? Questo ancora non si sa. Sono solo ipotesi, dicevamo, alle quali dovrà far chiarezza la Polizia Stradale di Fano. Per ora il pensiero di tutti è rivolto a lei, Selena, alla sua famiglia, a mamma e papà, e ai tantissimi amici che da ieri pregano e sperano in un miracolo.