Indennità, Rita Benini replica all’on. Cecconi: “E’ diffamazione, sarò costretta a tutelarmi”

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2008

PESARO – “Visto il tenore delle dichiarazioni riportate dal deputato del M5S Andrea Cecconi, completamente false, mi è d’obbligo rispondere considerato che siamo arrivati alla diffamazione della mia persona e del mio lavoro, dell’ente e degli amministratori”. E’ quanto evidenzia l’avvocato Rita Benini, segretario generale della Provincia di Pesaro e Urbino, che aggiunge: “Sono il segretario di questo ente dal 2011, nominata come vuole la legge con decreto presidenziale del presidente Ricci, poi confermato dal presidente Tagliolini. Sono anche responsabile della legalità e dell’anticorruzione. L’indennità di cui parla l’onorevole Cecconi è prevista dal contratto nazionale di lavoro per mansioni aggiuntive e mi è stata conferita con decreto di aggiornamento degli incarichi e funzioni firmato dal presidente Tagliolini il 2 ottobre 2015. La somma di cui si parla è il 50% della retribuzione di posizione prevista per legge, dunque circa 13mila euro lordi l’anno (corrispondenti a circa 6.700 euro netti). Come ho già precisato, per la Provincia svolgo funzione rogante e per questa mansione, legata al mio specifico ruolo, l’ente percepisce entrate per oltre 30mila euro l’anno”.
Come evidenzia ancora il segretario generale, “affermare che io mi sia aumentata lo stipendio autonomamente, di nascosto dal Presidente e con l’avallo del direttore generale e dei funzionari è una diffamazione per me, per i miei colleghi, gli amministratori ed i dipendenti dell’ente. Vorrei aggiungere che questo decreto del Presidente non è soggetto per legge a pubblicazione nell’Albo pretorio trattandosi di atto organizzativo interno, ma non ho alcun problema ad autorizzare l’onorevole Cecconi a visionare l’atto, se mi verrà richiesto. Se l’onorevole Cecconi pensa di continuare a svolgere un ruolo politico sullo sciacallaggio delle persone che lavorano invece di occuparsi dei cittadini è una sua scelta, ma se proseguirà questa macchina del fango sarò costretta a tutelarmi nelle sedi competenti per difendere il buon nome mio, dei dipendenti, degli amministratori e dell’ente. E’ stato già incaricato l’Ufficio legale di verificare se sussistono i presupposti per una querela per dichiarazioni offensive, diffamatorie ed ingiuriose. Non è la prima volta che l’onorevole Cecconi viene querelato da questo ente per le sue affermazioni. Nonostante l’ingiuria non sia più un reato penale, resta l’applicazione della sanzione pecuniaria, che potrebbe essere così destinata a progetti per il territorio provinciale”.

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