Esuberi Saipem, Minardi presenta una mozione in Regione – VIDEO

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FANO – Tutela dei lavoratori e mantenimento della sedi di Fano della Saipem al centro di una mozione, che vede come primo firmatario il Vicepresidente del Consiglio regionale Renato Claudio Minardi (l’atto è stato sottoscritto dal Presidente del gruppo Pd, Busilacchi e dai consiglieri Biancani, Talè, Traversini e). “La Saipem – come viene evidenziato nella stessa mozione – è una realtà che rappresenta, per le Marche e per tutto il centro Italia, un polo strategico di attrazione di elevate competenze professionali nella progettazione industriale legata al settore energetico”. Nei mesi scorsi, attraverso l’impegno a più livelli e la mobilitazione congiunta di istituzioni e forze sociali, sembrava scongiurata la cessione del controllo aziendale da Eni ad operatori stranieri, che avrebbe provocato il rischio di gravi ricadute sui livelli occupazionali ed un effettivo impoverimento del sistema economico della Provincia di Pesaro Urbino. Recentemente, come viene fatto presente nella mozione, dalle dichiarazioni dell’Amministratore delegato Saipem, Stefano Cao, riportate da tutti gli organi di stampa, si apprende dell’esistenza di un “piano di risanamento e rilancio” che, stando alle parole dello stesso Cao, comporterà “una trasformazione dolorosa, ma assolutamente necessaria, per permettere a Saipem di continuare ad essere leader sul mercato”. Questo nuovo scenario dovrebbe determinare una razionalizzazione del portafoglio ordini della società, risparmi pari a 1,3 miliardi e, soprattutto, una riduzione della forza lavoro di 8.800 persone. Già dal primo di agosto 110 lavoratori saranno ceduti da Saipem ad un’altra società del gruppo Eni.

Ritenendo che tutti i lavoratori e le loro famiglie debbano essere tutelati e che l’azienda debba rimanere sul territorio marchigiano con una presenza forte e qualificata, attraverso la mozione s’impegna il Presidente della Giunta e l’assessore competente ad attivarsi urgentemente con l’azienda e con il gruppo Eni al fine di conoscere i dettagli del piano di risanamento, tutelare i 1200 posti di lavoro che vanno mantenuti nella sede di Fano. Si chiede, inoltre, di aprire un tavolo di concertazione con l’azienda ed il gruppo Eni, insieme alle regioni italiane in cui si trovano le altre sedi (San Donato Milanese, Roma, Vibo Valentia, Marghera, Arbatax ed altre minori) con la mediazione attiva del Governo e la partecipazione delle forze sociali.

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