Donna pericolosa e con 67 ‘nomi’: la finanza confisca beni per 260mila euro

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ANCONA – I militari del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Ancona, nell’ambito dell’operazione denominata “ALIAS”, hanno dato esecuzione ad una misura di prevenzione a carattere patrimoniale disposta dal Tribunale di Ancona – Ufficio Misure di prevenzione ai sensi del D. Lgs. n. 159/2011 (Testo Unico Antimafia), sottoponendo a confisca beni per un valore complessivo di circa 260.000 euro di proprietà di una donna – D.R. di anni 34 – bosniaca di etnia rom, ritenuta socialmente pericolosa in quanto condannata per plurimi reati contro il patrimonio.

Nello specifico, i beni, sottoposti a sequestro preventivo dal medesimo Tribunale nel maggio 2020, sono costituiti da un appartamento di pregio sito in Falconara Marittima, da due terreni siti nelle province di Ancona e Macerata, da un camper, da una autovettura di lusso Porsche “Panamera”, nonché da somme presenti su conti correnti e depositi. Gli stessi, attraverso la misura di prevenzione ora applicata, sono stati definitivamente acquisiti al patrimonio dello Stato.

Le indagini svolte dalle Fiamme Gialle doriche hanno permesso di dimostrare che i delitti contestati alla donna erano stati commessi senza soluzione di continuità in un arco di tempo di circa venti anni (il primo reato risale addirittura a quando la cittadina bosniaca aveva appena 14 anni), durante i quali la stessa aveva fornito agli organi di polizia ben sessantasette differenti “alias” per rendere più difficile agli investigatori la propria identificazione.
Oltretutto la donna risultava gravata da un ordine di esecuzione della pena emesso dalla Procura Generale di Ancona per una condanna complessiva di 15 anni ed 8 mesi di reclusione, mai eseguita a causa del suo ripetuto stato di maternità.
I complessi riscontri effettuati, coordinati dalla Procura di Ancona, hanno permesso di ricostruire sia il profilo criminale della donna, sia la circostanza per cui i beni a lei riconducibili anche per interposta persona e oggi sottoposti a confisca, non trovassero alcuna giustificazione negli esigui redditi leciti dichiarati.

L’esecuzione della presente misura di prevenzione disposta dal Tribunale, rappresenta il risultato del costante impegno della Guardia di Finanza finalizzato all’aggressione, attraverso lo strumento delle misure di prevenzione previste dal codice antimafia, dei patrimoni illecitamente accumulati da “soggetti socialmente pericolosi”, i quali vivono di traffici delittuosi o traggono il proprio reddito dai proventi dell’attività criminale.

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