Doccia fredda in Regione per quelli che vogliono il treno Fano-Urbino – VIDEO

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(ANSA) – ANCONA, 27 OTT – Via libera a maggioranza da parte del Consiglio regionale delle Marche (18 voti a favore, 11 contrari) a una mozione del Pd (primo firmatario Andrea Biancani) sulla linea ferroviaria Fano-Urbino. Respinta invece la mozione del consigliere Piergiorgio Fabbri (M5s) con 11 voti a favore, 16 contrari, un astenuto. Il primo documento chiede l’impegno del presidente e della Giunta regionale ad attivarsi “con urgenza per avanzare, nelle forme stabilite dalla legge, secondo i principi di economicità, rapidità, efficacia e miglior contemperamento dei vari interessi in gioco, la richiesta di acquisizione dell’intero compendio dell’ex ferrovia, aree di sedime ed ex stazioni”. L’obiettivo – ha ricordato Biancani – è “conservare il bene in mano pubblica e impedirne lo spezzettamento a vantaggio di privati, anche e sopratutto in considerazione del fatto che la Regione rappresenta a tutt’oggi l’unico ente pubblico territoriale in grado di acquisire la struttura”. Secondo il consigliere del Pd “una delle proposte da valutare è la creazione di una tratta per i residenti, una pista ciclabile, da unire a quella già esistente Fano-Pesaro e creare un percorso turistico di grande interesse per il territorio. Come pure va valutato se esiste un interesse da parte dei privati per il ripristino”. Il documento degli stellati invece chiedeva di proseguire le procedure per la revoca del decreto ministeriale di dismissione della tratta che va ripristinata e trasformata in metropolitana di superficie. “Questi due atti debbono indicarci la strada della programmazione da realizzare” ha detto l’assessore al Turismo Moreno Pieroni, suggerendo di riprendere il dibattito nelle Commissioni competenti per individuare “una strategia comune”.



L’assessore ai Trasporti Angelo Sciapichetti ha ricostruito la storia della tratta, “chiusa dal 1987”. Per il vice presidente del Consiglio regionale Renato Claudio Minardi (Pd) è “ora di prendere una decisione ed evitare che il tratto ferroviario sia smembrato. Da non sottovalutare l’idea di una pista ciclabile, ma prima è necessaria l’acquisizione del tracciato da parte della Regione”. Nel dibattito sono intervenuti Boris Rapa (Uniti per le Marche), in sintonia con Pieroni; Sandro Zaffiri (Lega Nord) che ha auspicato il ripristino della ferrovia per arrivare “fino ad un patrimonio dell’Unesco”; Gianni Maggi (M5s) che ha chiesto “chiarezza al Pd e alla Regione sulle scelte che intende fare”. Piero Celani (Fi) ha ricordato che anche la tratta Ascoli-Porto d’Ascoli era un “ramo secco da chiudere” e ora è stata elettrificata con cifre non esorbitanti e funziona da metropolitana di superficie”; Francesco Micucci (Pd) ha chiesto che la Regione “si attivi per evitare lo smembramento della tratta con soluzioni economicamente compatibili”. Hanno preso la parola anche Sandro Bisonni (M5s), che ha fatto notare che “se la ferrovia è poco sicura per i treni, lo è anche per le biciclette”, Luca Marconi (Popolari Marche-Udc), Luigi Zura Puntaroni (Lega nord). Secondo Biancani è “inutile richiedere strumentalmente, come fanno i 5 Stelle, per la terza volta al Ministero se vi è l’interesse dello Stato al recupero del tratto ferroviario, che per ben due volte, l’ultima lo scorso luglio 2015, ha risposto negativamente. Responsabile invece è la proposta Pd di lasciare aperta la strada a tutte le soluzioni”. Ma per i rappresentanti dell’Associazione Ferrovia Valmetauro, presenti in aula, “ha vinto la linea del sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Biancani è l’uomo di Ricci in Regione e non fa altro che eseguire i suoi ordini. Pesaro è stata da sempre contraria alla Fano-Urbino per questioni di campanile. In 29 anni non si è fatto niente perché non si è voluto fare niente”.

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