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Dissesto idrogeologico, Rossi: “Serve un grande piano nazionale per mettere in sicurezza il paese”

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CARTOCETO – «Le continue minacce da dissesto idrogeologico in Italia, aggravate dagli effetti dei cambiamenti climatici che generano sempre più spesso ed in modo improvviso violenti fenomeni metereologici, dimostrano l’evidente fragilità dell’intero territorio nazionale, così come l’insufficienza delle risorse via via stanziate negli anni e dell’enorme lavoro degli enti locali. Per far fronte agli ingenti danni infrastrutturali provocati e per poter procedere con azioni finalizzate al mantenimento del territorio, alla riqualificazione, al monitoraggio e alla prevenzione, occorre un grande piano nazionale». Con questa riflessione il Sindaco di Cartoceto e Consigliere Provinciale Enrico Rossi commenta l’ondata di maltempo che in questi giorni ha messo a dura prova l’Italia e che nel recente passato ha colpito con violenza una parte della provincia di Pesaro Urbino.

«Vanno sottolineati, nelle rispettive competenze – prosegue Rossi – gli interventi tempestivi e molto importanti che Governo e Regione hanno messo in campo a seguito delle emergenze alluvionali che hanno interessato la provincia di Pesaro Urbino e parte del territorio marchigiano. Ora – puntualizza il Sindaco – occorre fare un ulteriore passo concreto nel raggiungimento degli obiettivi concordati a più riprese tra i vari livelli istituzionali. Le risorse dedicate del bilancio pluriennale dello Stato confluite all’interno del PNRR e quanto previsto da quest’ultimo all’interno della Missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica” – Investimenti per contrastare il cambiamento climatico e il dissesto idrogeologicosono evidentemente insufficienti. E il tema quanto mai attuale della possibile e parziale revisione delle misure del PNRR, rappresenta un’ottima opportunità che l’Italia può e deve cogliere».

«Anche in tal senso ho colto molto favorevolmente la ricognizione promossa sul finire del 2022 dalla Prefettura di Pesaro Urbino, circa le maggiori criticità in ambito di rischi derivanti da dissesto idrogeologico. Nel merito, solo come Comune di Cartoceto, abbiamo rappresentato diverse situazioni urgenti, quali: un ulteriore crollo di un tratto di via delle Mura per il quale l’Amministrazione ha già predisposto uno studio di fattibilità di 1 milione e 150 mila euro; la messa in sicurezza degli argini in prossimità di civili abitazioni del corso d’acqua Rio Secco per 370 mila euro; l’eccessivo accumulo di acque meteoriche all’interno del centro storico tra via Mazzini e via Marcolini per euro 90 mila; la messa in sicurezza di via Briglia per 125 mila euro; il tratto di muro di via Peschiera per euro 20 mila».

«Nel mentre a riguardo, in questi ultimi anni abbiamo lavorato davvero con grande attenzione come Amministrazione al fine di impiegare risorse adeguate alle necessità impellenti. È in fase di completamento la ricostruzione di Piazza Marconi per 341 mila euro e nei primi giorni di febbraio inizieranno i lavori per 69 mila euro di ripristino della regolare viabilità in via IV Novembre, interrotta per l’attuale presenza di una voragine. Proprio a causa di quest’ultima, finora non è stato possibile avviare (cosa che avverrà in primavera) gli altri due importanti interventi relativi alla cinta muraria del borgo antico: quello relativo a via delle Mura e Piazza Garibaldi per 430 mila euro e quello che interesserà via Cavour – via del Santuario con lavori per 810 mila euro».

«E’ sbagliato dunque – reclama il Sindaco – concentrarsi soltanto sull’attuazione e sul raggiungimento di milestone e target attuali del PNRR. Ricordando che la maggior parte delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono a debito, va dunque sostenuta con decisione la volontà del Governo di rivalutare con l’Europa la calibrazione delle misure previste, affinché siano realmente efficaci e strumentali ad un maggiore e migliore sviluppo demografico, sociale ed economico. Senza un piano strutturale nazionale di ricostruzione e di prevenzione, che garantisca la sicurezza delle vite umane, l’agricoltura e il turismo, le attività produttive, gli ecosistemi e la biodiversità, i beni ambientali e archeologici, non riusciremo a rilanciare l’economia. Tantomeno a valorizzare i nostri meravigliosi borghi e il loro patrimonio, incapaci, senza fondamenta adeguatamente solide, di attrarre turismo, facilitare dinamiche sociali e creare sviluppo».

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