Disabili sensoriali, il Presidente Tagliolini solidale coi genitori: “Ancora una volta a pagare sono i più deboli”

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PESARO – “Purtroppo, con la perdita, da parte delle Province, di competenze importanti per i cittadini, molti nodi stanno venendo al pettine e ci si sta rendendo conto del valore dei servizi forniti da questi enti. Quello che ci dispiace è che a pagare siano sempre i più deboli”. Il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Daniele Tagliolini evidenzia la sua solidarietà nei confronti delle famiglie con disabili sensoriali (79 minori non udenti e non vedenti nella provincia di Pesaro e Urbino) ai quali, per effetto della legge 56/2014 (cosidetta “legge del Rio”), la Provincia non potrà più fornire il servizio di educazione domiciliare pomeridiana.

“La legge – spiega Tagliolini – ha tolto alle Province le competenze su sociale, formazione professionale, servizi per l’impiego, cultura e turismo, solo per citarne alcune. La Regione Marche non ha ancora definito quali enti dovranno occuparsene e, ancor più grave, la legge di stabilità continua a tagliare risorse a Regioni, Province e Comuni lasciando nel caos servizi importanti e relativo personale”.

Aggiunge il presidente: “Nel 2014 il nostro ente aveva stanziato circa 800mila euro per minori con disabilità sensoriale, servizi di sollievo, minori riconosciuti da un solo genitore, sportello immigrati e Centro antiviolenza ‘Parla con noi’. Il commissario straordinario Galuzzi non ha potuto inserire fondi nel bilancio pluriennale 2015-2017 perché già era noto che la Provincia avrebbe perso la competenza sul sociale. Ora, con il vuoto lasciato dalla normativa, si pone il problema di chi, tra Regione e Comuni, si farà carico della quota che l’ente garantiva per i vari servizi. Da parte nostra, non possiamo inventarci procedimenti amministrativi che vanno contro la legge”.

Tagliolini ricorda come, su sua richiesta, il direttore generale Marco Domenicucci abbia incontrato a inizio dicembre i rappresentanti degli ambiti sociali territoriali per illustrare la situazione e chiedere che si faccia il possibile per continuare a garantire queste attività. “E’ fondamentale che Regione e Comuni non lascino scoperti i servizi che garantivamo”.

Unica nota positiva è per il Centro antiviolenza, di cui la Provincia manterrà gestione e coordinamento (visto che la competenza su pari opportunità/lotta alle discriminazioni di genere è rimasta all’ente), facendo da cabina di regia in collaborazione con la Regione Marche e con il contributo degli ambiti sociali territoriali.

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